Un Testo unico per ‘potare’ la burocrazia nella filiera del vino

Marzo 2015

Gianni Verzelloni

CANALI di REGGIO EMILIA – L’annuncio ha fatto clamore; a ricordarlo è stato Lorenzo Catellani della giunta Cia di Reggio Emilia: porta dalle attuali 4 mila a 60 pagine l’intervento di delegificazione del nuovo Testo Unico per il vino, nel documento base appena approvato alla Camera, una potatura senza precedenti, anzi un vero e proprio disboscamento.

Ad ascoltare c’era una folla attenta alle novità in arrivo nel mondo del vino: è stata un successo l’iniziativa della Cia di Reggio Emilia volta ad analizzare appunto queste novità, tenutasi la sera del 13 marzo scorso alla cantina Albinea Canali. Ad anticipare le più corpose – dopo un saluto del consigliere delegato della Provincia Alessio Mammi – è stato il vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera on. Massimo Fiorio, relatore del nuovo Testo Unico sul vino, operazione di ‘alleggerimento’ della legislazione in materia, proposta alle Camere dalle rappresentanze di filiera tra le quali Agrinsieme, di cui fa parte la Cia.
“Sono molto soddisfatto perché il documento è riuscito a sintetizzare, nei tempi che ci eravamo prefissato, i contenuti delle proposte di legge presentate, recependo le indicazioni suggerite dalle associazioni di categoria e dagli attori della filiera”, sottolinea Fiorio. “Si tratta di un provvedimento innovativo – ha aggiunto – che introduce modifiche e snellimenti burocratici sulla commercializzazione, le denominazioni di origine, le indicazioni geografiche, le menzioni tradizionali, la gestione, i controlli ed il sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli”. La proposta di legge sarà presentata tra pochi giorni a Vinitaly.
“L’obiettivo del testo unico sul vino sarà quello di modernizzare la normativa vigente e sostenere l’intera filiera produttiva in tutte le sue fasi. Il provvedimento in discussione alla Camera – ha detto Massimo Fiorio – è un testo base ancora aperto ai contributi delle associazioni e delle componenti politiche e rappresenta un modello innovativo anche nell’attuazione: prendendo l’esempio dagli strumenti normativi comunitari non si baserà infatti su decreti attuativi ministeriali che richiedono lunghi e tortuosi passaggi istituzionali, ma presenterà ‘allegati’ che potranno essere modificati con appositi e mirati pareri parlamentari da parte delle Commissioni competenti”.
Finora per chi opera nel settore, dal vigneto alla bottiglia possono essere necessarie 70 diverse pratiche e si può avere a che fare con 20 soggetti (burocratici) diversi, la semplificazione legislativa e procedurale è quindi l’obiettivo primario del Testo Unico; il documento messo a punto a Montecitorio sembra un buon avvio. Ma non basta, “vanno tolti – ha detto la senatrice Leana Pignedoli – i paletti per poter lavorare in modo normale, diradando le troppe realtà che tengono stretto il loro piccolo potere, e sfrondare leggi e controlli sull’esempio del registro unico emiliano”. La senatrice reggiana ha anche rivolto un apprezzamento al settore del vino, premiato dai risultati, che traina l’internazionalizzazione del nostro agroalimentare. Da qui una sollecitazione anche alle organizzazioni:  servono alle imprese più consulenti e meno gestione ordinaria.
Altro tema che presenta novità importanti è quello dei diritti d’impianto dei vigneti, che dal 2016 saranno sostituiti da autorizzazioni; da qui a fine anno è caccia a questi diritti, tanto che nel reggiano – ha ricordato il tecnico Cia Barbara Bassi – i valori di mercato hanno raggiunto 1 euro per metro quadro. Importanti sono in questi mesi la liberalizzazione dei trasferimenti di diritti tra regioni, ed il recupero dei diritti inutilizzati da parte della nostra Regione. Significativo il fatto che su 66 ettari messi a disposizione per la provincia, solo nel correggese e solo dalla Cia ci siano già richieste per oltre 90 ettari.
Con un apprezzamento alla capacità di aggregarsi del settore vitivinicolo reggiano, il presidente Cia Antenore Cervi ha chiuso gl’interventi della serata, che ha visto l’intervento anche del presidente del Consorzio vini reggiani Davide Frascari che si è soffermato sulle novità che riguardano il Consorzio e del direttore di Riunite e Civ Vanni Lusetti che ha illustrato le situazioni attuali di mercato dei vini reggiani, con il lambrusco che nel 2014 ha mostrato qualche cedimento sui mercati.
Tuttavia, ha ricordato Cervi, questo settore è l’unico che negli ultimi anni ha garantito reddito, mentre in altri scontiamo la mancanza di una visione unitaria.

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