Una ricca collezione di specie pericolose per l’agricoltura

Dicembre 2016

Consorzio Fitosanitario di Modena

Gli effetti delle recenti infestazioni di cimice asiatica hanno messo in ginocchio buona parte del settore agricolo colpito. Purtroppo però tale emergenza non rappresenta l’unico pericolo a cui la campagna è esposta.

Ci siamo senz’altro accorti che negli ultimi anni si moltiplicano le segnalazioni e gli accertamenti di un numero crescente di parassiti, che in passato non erano presenti sul nostro territorio. Causa la globalizzazione ed i flussi commerciali si introducono accidentalmente organismi, che, una volta in Italia, possono estinguersi o trovare una via di rapida moltiplicazione. Tralasciando le forme pericolose per l’uomo o per la zootecnia, i nuovi nemici delle piante (sia coltivate che ornamentali e spontanee) sono innumerevoli.
Vediamo più nel dettaglio alcuni di questi alieni con cui fare i conti.

Halyomorpha halys (cimice asiatica)

si tratta di una specie originaria dell’Asia orientale. È una cimice marmorizzata già conosciuta negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei. È in grado di provocare seri danni a piante da frutto, ortive e ornamentali. Nel 2012 è stata rinvenuta sul territorio italiano, in particolare nella pianura modenese dove rappresenta i nemico numero uno degli agricoltori. Nell’ultima annata si è diffusa in modo altalenate su tutta la regione, oltre che nel restante settentrione.

Drosophila suzukii (moscerino della frutta)

anch’essa di provenienza orientale, è stata rilevata nel 2010. A differenza delle altre specie di Drosophila, che si sviluppano su frutta danneggiata o marcescente, questo moscerino è in grado attaccare frutti sani. È estremamente polifago e costituisce una seria minaccia per numerose colture, sebbene ad oggi i casi più significativi siano stati registrati su ciliegio e, in minor misura su albicocco, e pesco.

Dryocosmus kuriphilus (cinipide del castagno o vespa cinese)

segnalato per la prima volta nel 2008 in Emilia Romagna, è un insetto, originario della Cina, che vive e si riproduce esclusivamente sul castagno. La sua capacità riproduttiva molto elevata gli permette di avere una rapida diffusione sul territorio che colonizza. Dal 2009 nelle aree regionali interessate dal parassita è in atto un progetto di lotta biologica basato sull’introduzione nei castagneti del parassitoide Torymus sinensis, antagonista del cinipide, che ha portato a risultati di particolare rilevanza.

Globodera rostochiensis e Globodera pallida (nematodi a cisti della patata)

sono due specie di nematodi cistiformi della patata, originarie del Sud-America e ritrovate in Emilia Romagna nel 2009. Il loro potenziale di riproduzione e di diffusione li rende particolarmente temuti.

Pseudomonas syringae pv. Actinidiae (PSA o batteriosi del kiwi)

si tratta di una batteriosi in grado di colpire tutte le specie e le varietà di actinidia coltivate.
Cydalima perspectalis (piralide del bosso): più marginale rispetto alla realtà agricola, questo nuovo insetto alieno alcuni anni fa è stato diffusamente intercettato in tutto il territorio dell’Emilia Romagna. Come per molti altri insetti, anche la piralide del bosso, originaria dell’Asia, è in grado di defogliare completamente e in poco tempo intere siepi, minando la sopravvivenza delle piante colpite (diffuse in parchi, giardini e aree cimiteriali).

Oltre a queste avversità, il nostro territorio è fortemente a rischio di introduzione di nuove specie aliene. Diversi sono i casi segnalati da altre aree italiane di organismi nocivi. Per essi in Emilia Romagna è in corso una sorveglianza speciale, per anticiparne invasioni incontrollate.

Xylella fastidiosa

è forse il caso recente più noto e conosciuto da tutti; il suo ritrovamento risale al 2013, negli uliveti pugliesi in provincia di Lecce, su piante che manifestavano gravi disseccamenti. Ad eccezione della Puglia, non sono stati trovati casi di malattia in altre regioni italiane. In Emilia Romagna è attivo uno specifico piano di monitoraggio regionale sulle specie vegetali maggiormente a rischio. In tutto il territorio nazionale sono in vigore le misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa.

Rhynchophorus ferrugineus (punteruolo rosso delle palme)

è un coleottero curculionide originario dell’Asia meridionale, estremamente pericoloso per diverse specie di palma. Oggi è presente in tutte le regioni dell’Italia centro-meridionale.

Anoplophora chinensis e Anoplophora glabripennis (tarli asiatici o cerambicidi dalle lunghe antenne)

sono state già trovate in Lombardia, Lazio e Veneto e si teme la loro introduzione anche in Emilia Romagna. Si tratta di grossi coleotteri particolarmente voraci nei confronti di numerose latifoglie nelle quali scavano profonde gallerie alla base del tronco e nelle radici, che fanno deperire la pianta e ne possono causare lo schianto e la morte.

Popilia japonica

si tratta di un coleottero di origine giapponese che è stato recentemente ritrovato nel parco del Ticino fra Lombardia e Piemonte. L’insetto è in grado di attaccare un centinaio di specie vegetali tra cui molte di importanza agricola. Sebbene ad oggi la sua diffusione sia abbastanza limitata, è prevedibile una sua progressiva espansione.

Vespa velutina

È comunemente chiamata Calabrone asiatico per l’analogia morfologica con la Vespa crabro e per la sua origine geografica. È stata riscontrata in modo sporadico da qualche anno in alcune aree in Liguria, Piemonte e Veneto.
A parte l’aggressività per l’uomo, i timori della sua diffusione sono soprattutto legati all’apicoltura. È infatti riconosciuta la sua grave propensione predatoria nei confronti delle bottinatrici e allo stress arrecato alle colonie di api.
Per tale motivo è opportuno segnalare i casi di sospetti insediamenti e procedere alla distruzione dei relativi nidi.

Per i nuovi parassiti la prevenzione rappresenta il primo tassello della difesa. Ai Servizi fitosanitari spetta il compito di controllare nei potenziali punti di ingresso l’eventuale presenza di organismi indesiderati.  
Per ulteriori informazioni: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/temi/sorveglianza/nuove-avversita

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