Piani di controllo su fauna selvatica: riprende regolarmente l’attività

piani di controllo fauna selvatica

Piero Peri

Nel numero scorso di Agrimpresa abbiamo dato ampia risonanza alle modifiche all’art. 19 della L.N. n. 157/92 inserite all’interno della Legge di bilancio per il 2023 con tutte le conseguenze, positive e negative, che queste hanno determinato nella nostra regione per l’attuazione dei diversi piani controllo.

Ora la giunta della Regione Emilia Romagna, con l’approvazione della DGR. n. 164/2023, a seguito di alcuni chiarimenti e interpretazioni nel frattempo intervenuti, ha definito alcuni punti controversi rendendo così possibile il riavvio delle attività di controllo esercitate anche dagli agricoltori che praticano la cosiddetta autodifesa.
In particolare è stato regolato il percorso formativo per il controllo delle seguenti specie: piccione, storno, corvidi, cormorano, volpe e nutria. Il corso formativo è unico per tutte le specie indicate.

Per gestire le gabbie delle nutrie e dei corvidi non è necessaria la licenza di caccia

Inoltre, qualora il piano di controllo preveda azioni che non richiedono l’uso delle armi da fuoco, l’agricoltore non deve avere necessariamente l’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria. Ne consegue che, per mettere le gabbie di cattura per nutrie e corvidi, non è necessario avere la licenza di caccia, pertanto i piani di controllo possono riprendere, così come si faceva sino al 10 gennaio scorso.

Per il cinghiale è necessario che anche l’agricoltore sia almeno “cacciatore di cinghiale”, quindi gli agricoltori, pur possedendo la così detta esperienza pregressa, per poter operare correttamente devono frequentare il corso per l’abilitazione alla caccia al cinghiale. Interessati a questa novità possono essere gli agricoltori che esercitano l’autodifesa al cinghiale prima dell’entrata in vigore della Delibera dello scorso 22/11/2021, data di approvazione della DGR. n. 1973/2021 che approva il piano di controllo regionale 2021/2026. In questo caso la modifica all’art. 19 della L. N. n. 157/92 introdotta a livello anazionale prevede espressamente che anche gli agricoltori frequentino dei corsi di formazione, conseguentemente la regione è tenuta ad applicare la nuova norma.

Si chiude così una fase d’incertezza che ha creato non poche preoccupazioni.
La Cia sta programmando i previsti corsi di tre ore, allo scopo di mettere tutti gli agricoltori che li vogliono frequentare, nelle condizioni di difendere nel miglior modo possibile le proprie produzioni.

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