Settembre 2015
Le Associazioni professionali agricole hanno inviato alla Provincia le osservazioni in merito alla Carta delle vocazioni faunistiche, densità obiettivo e gestione degli ungulati elaborata dalla Provincia di Ravenna.
La Carta, spiegano le Associazioni, rappresenta sicuramente un passo in avanti nella giusta direzione nella definizione di fasce di densità obiettivo con tassi di prelievo più elevati in quelle zone dove si riscontra la contemporanea presenza di eventi dannosi e di densità, rilevate con i censimenti, pur ancora al di sopra dei valori fissati con la pianificazione.
Detto questo però, i principali obiettivi per la gestione di tutte le specie di ungulati vengono di fatto rappresentati come constatazione delle situazioni di difficoltà gestionali in essere, senza che si individuino puntualmente le singole azioni che la Provincia e l’Atc devono mettere in campo per raggiungere gli obiettivi stessi. In molti casi si parla di responsabilizzazione delle squadre o delle AFV senza che vengano elencati i provvedimenti da adottarsi in caso di inadempienza. Viene poi previsto il divieto di ogni forma di pasturazione per il cinghiale, già vietato dalla norma, addirittura prevedendone una eccezione per specifiche modalità venatorie.
La presenza di ungulati nella zona di pianura deve essere contrastata con tutti i mezzi previsti dalle leggi vigenti, non solo attivando tutte le forme di caccia, ma anche i piani di controllo, catture ed abbattimenti per motivi anche sanitari, considerata la presenza di allevamenti suini e bovini. Nella parte relativa alla specie daino vengono rinviate tutte le strategie di gestione che necessariamente devono essere stabilite dalla carta delle vocazioni faunistiche in oggetto. Tra i vari obiettivi citati per la gestione delle diverse specie viene ripetuto “lo stretto collegamento gestionale e politico fra gli organismi preposti in seno all’Atc, cacciatori compresi ed il mondo agricolo, allo scopo di raggiungere attraverso una stretta simbiosi e partecipazione dei comuni interessi, alla più completa e totale pace sociale”.
Le Associazioni agricole sottolineano che le richieste di incontro con gli Atc della provincia di Ravenna non hanno finora avuto il riscontro necessario su tutto il territorio, a tal proposito auspicano un maggior coinvolgimento da parte degli Atc al fine di sviluppare un continuo confronto tra le parti.