Cambia il disciplinare del Parmigiano Reggiano, non la marchiatura

Dicembre 2015

REGGIO EMILIA – Era tra le misure annunciate con l’assemblea dello scorso 28 aprile: entro l’autunno saranno sottoposte all’assemblea dei soci una serie di modifiche al disciplinare di produzione

finalizzate ad accrescere ulteriormente gli elementi di conoscenza e garanzia per i consumatori, ad accentuare il legame tra prodotto e territorio, a recuperare efficienza negli allevamenti con semplificazioni ed ammodernamenti, ad accrescere la qualità nella stagionatura e a rafforzare l’efficacia dei controlli e della vigilanza.

Sulla riforma del disciplinare hanno elaborato un documento anche i giovani dell’Agia-Cia di Modena, Parma e Reggio Emilia, chiedendo una semplificazione della marchiatura. Tra le diverse proposte dei nostri giovani, anche l’inserimento del caseificio in etichetta. Il documento Agia è stato ripreso da Cia “senior” entro le proprie proposte sul tema “disciplinare”. Con le modifiche approvate dall’Assemblea del 25 novembre scorso si rafforza, innanzitutto, la lotta alle contraffazioni. Grazie all’introduzione di nuovi sistemi e parametri di controllo, infatti, sarà possibile identificare con precisione il prodotto non originale sia per quanto riguarda la provenienza del latte che l’eventuale uso di prodotti vietati dal disciplinare nell’alimentazione delle bovine (insilati, ad esempio), ma anche svelare e contrastare possibili dichiarazioni ingannevoli sulla stagionatura del prodotto.

Quanto al legame con il territorio, le modifiche al disciplinare – che già stabiliscono l’uso assolutamente prevalente di foraggi locali nell’alimentazione delle bovine – prevedono che il latte destinato alla trasformazione sia prodotto esclusivamente da vacche nate nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano.
Stop, dunque, ad animali provenienti da fuori comprensorio e dall’estero, nonché da altre filiere produttive, per i quali era comunque previsto (prima dell’utilizzo del latte per produrre Parmigiano Reggiano) un periodo di “quarantena” di quattro mesi.

Nuova e stringente norma, inoltre, sul rapporto tra grasso e caseina al momento della produzione, che va ad assicurare anch’essa il mantenimento di una qualità che non asseconda possibili cedimenti (che sarebbero a vantaggio della resa in peso) sulla percentuale di lipidi presenti in un prodotto che già nasce dall’unione tra latte scremato per affioramento (quello della mungitura serale) e latte intero (quello del mattino).

È stata approvata anche la norma che prevede l’apposizione, sul prodotto porzionato, dell’età di stagionatura come ulteriore atto di trasparenza nei confronti dei consumatori.

Nonostante abbia ottenuto la maggioranza dei voti (223 favorevoli, pari al 51,98%) non è invece passata la riforma della marchiatura, per la quale, così come per le altre, era richiesto il 60% dei consensi.

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