Elezioni al Consorzio del Parmigiano: serve unitarietà ed evitare spaccature per il bene della filiera

parmigianoreggiano

Luca Soliani

“L’obiettivo fondamentale è il bene del Parmigiano Reggiano: non deve mai essere perso di vista, soprattutto in tempo di Covid ed elezioni del Consorzio. Per questo auspichiamo che non ci siano spaccature ma una giusta ed equilibrata unitarietà. La candidatura di Bertinelli? Lo abbiamo criticato per alcuni aspetti nella gestione, ma il giudizio complessivo è positivo”.

Sono parole importanti quelle di Antenore Cervi, presidente Cia Reggio: fa il punto della situazione sul ‘Re dei formaggi’ che ha fino ad ora attraversato indenne l’emergenza economica causata dalla pandemia e che tra poche settimane vedrà il rinnovo dei vertici del Consorzio.

Cervi inizia la sua analisi dal difficile 2020: “È stato un anno anomalo per tante ragioni. La principale è naturalmente l’emergenza Covid che ha stravolto l’economia mondiale. Per quanto riguarda il Parmigiano Reggiano, i produttori erano molto preoccupati per le conseguenze sul consumo e il possibile calo di vendite. È invece andata in tutt’altro modo. Si è infatti registrato un importante aumento: +7% in Italia e addirittura +10% all’estero. E questo è un segnale molto importante perché mette in evidenza che il consumatore, quando è ‘costretto’ ad acquistare il formaggio nei negozi e non trovarselo già nel piatto dei ristoranti, sceglie con piena consapevolezza il Parmigiano Reggiano”.

Oltre ai consumi è aumentata anche “la produzione, di oltre il 5%”. Sui prezzi abbiamo avuto “una situazione di alti e bassi causata da situazioni precedenti il Covid, ma che la pandemia ha acuito, specialmente nella scorsa primavera. Avendo fortunatamente un adeguato equilibrio domanda-offerta, sono comunque tornate quotazioni positive”.

Dal punto di vista della produzione, ”le nostre aziende hanno continuato a investire per il miglioramento della qualità del prodotto e della sostenibilità dell’allevamento, grazie anche ai contributi del Psr regionale”.

Questo periodo, molto difficile per tutti, ha confermato ancora una volta che il Parmigiano Reggiano “ha tutte le caratteristiche che cercano i consumatori. Oggi non è più ‘solo’ un formaggio di 24 mesi, ma va dal fresco dei 18 allo stagionato dei 40. E i cittadini ne conoscono sempre meglio le differenze e peculiarità, soprattutto rispetto agli altri formaggi a pasta dura”.

Cervi: “Il bene della filiera del Parmigiano Reggiano sopra tutto e tutti”

Il vicepresidente Cia Emilia Romagna sottolinea che la prima sfida del 2021 sarà quella “di cercare di capire e prevedere come si evolve la pandemia. Se da un lato abbiamo visto che il 2020 è stato positivo, non dobbiamo dare per scontato che lo stesso andamento si ripeta anche nel 2021, un anno in cui si batterà l’ennesimo record di produzione (oltre 4 milioni di forme). È una questione cruciale perché l’obiettivo è mantenere le produzioni di qualità a prezzi remunerativi”.

Cervi analizza poi il capitolo elezioni: “Vista la situazione delicata e le preoccupazioni per il 2021, è fondamentale individuare le priorità dei programmi. La ‘stella polare’ deve essere quella di far funzionare i piani produttivi, proprio per contenere la produzione in base ai consumi. In secondo luogo, è molto importante vedere le aziende sempre più impegnate per il benessere animale e la sostenibilità ambientale, impegno che coinvolge il Consorzio e le organizzazioni agricole nell’assistere gli allevatori.
Sarà poi vitale incentivare l’export: molto positiva la sospensione dei dazi Usa, preoccupano invece l’incognita Brexit e i rapporti con l’importante mercato del Regno Unito. Ricordo che per il 2021 il Consorzio avrà un budget mai avuto prima, di oltre 50 milioni di euro: sarà fondamentale come questi soldi verranno investiti”.

In estrema sintesi, la sfida “è dunque impegnarsi sui temi concreti. Non abbiamo bisogno di divisioni ma di un consiglio di amministrazione attivo, con obiettivi chiari e condivisi. Concordiamo con i contenuti del programma presentato da Aci, così come auspichiamo che il prossimo consiglio sia rappresentativo di tutte le realtà produttive, in primis dei caseifici cooperativi (che sono la maggioranza), dei caseifici aziendali e di quelli privati. Lo ripeto: il bene della filiera del Parmigiano Reggiano sopra tutto e tutti”.

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