
Marzo 2016
Il direttore nazionale della Cia, Rossana Zambelli, è stata a Ravenna, il 5 febbraio, per partecipare all’incontro che la Direzione della Cia ravennate ha organizzato con i dipendenti.
Il tema della giornata, ‘il sistema Cia e i nuovi servizi’, è stato occasione anche per ripercorrere la storia dell’organizzazione (sorta nel 1977) e la sua continua evoluzione fino ad oggi.
‘La Cia siamo noi’ è il leit motiv che ha contraddistinto tutti gli interventi, a partire da quello del presidente Danilo Misirocchi, che ha sottolineato come sia necessario che l’organizzazione evolva non solo al passo coi tempi, e ancor meglio anticipandoli: “Solo così si possono intercettare i nuovi bisogni delle persone e degli associati che rappresentiamo, le cui caratteristiche nel tempo sono cambiate e così le loro domande e il modo di porsi verso l’organizzazione. Oggi non è più il collante ideologico a indirizzare le persone verso un’associazione, ma la capacità di fornire risposte, servizi, anche in base ad un’agenda politica chiara e coerente. Al di là delle articolazioni territoriali provinciali, esiste un’unica squadra e la Confederazione di Ravenna fa parte del sistema Cia”.
Il direttore Fabrizio Rusticali, facendo la fotografia della Cia provinciale, ha descritto un bilancio in equilibrio dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale, sostenibile. “Una sostenibilità importante – spiega Rusticali – che guarda al futuro con le carte in regola. Elemento che fa la differenza e che aiuta ad affrontare un nuovo approccio, necessario dopo gli anni di crisi, nella transizione che stiamo vivendo a tutti i livelli, perché nulla sarà come prima della crisi del 2008”.
Il nuovo approccio si basa sulle reti di conoscenza, sulle reti di competenza. “Dobbiamo fare sistema, dobbiamo strutturare le trasformazioni e le capacità collaudate per fornire servizi, anche nuovi, con risposte adeguate. Questo deve succedere dal ‘nazionale’ fino al polo più distante che c’è. Non ci sottraiamo al percorso di aggregazione, ma il progetto deve avere basi sostenibili”.
E Rusticali, citando il proverbio cinese “quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”, conclude affermando: “La Cia deve costruire mulini a vento”.
L’intervento di Rossana Zambelli ha dimostrato come Cia sia un’organizzazione che dalla nascita è in continuo aggiornamento, pur non senza difficoltà. Ma mai ferma, con alla base due pilastri imprescindibili: la grande democraticità e l’autonomia dei territori.
“La domanda che sempre accompagna l’operare è come semplificare, come armonizzare valorizzando le specificità dei territori per offrire i servizi che servono, essere efficienti ed efficaci in un contesto economico, politico e sociale in continuo cambiamento” ha ribadito la Zambelli, illustrando le diverse fasi di riorganizzazione che la Cia ha messo in atto negli anni per condividere un modello organizzativo comune: dal sistema del monitoraggio e dei controlli, al sistema informativo, alla mappatura delle aziende socie, fino alle procedure per affermare un sistema della circolarità delle conoscenze, delle competenze, delle persone.
“Nel momento in cui lo Stato nel 1994 ha istituito il principio di sussidiarietà, come Cia ci siamo organizzati per garantire servizi che lo Stato non aveva più in capo a sé. Ma ora, con l’informatizzazione dello Stato, il principio si è modificato e come Cia noi dobbiamo organizzarci di nuovo – ha spiegato la Zambelli – ampliare i servizi a valore, riuscire a erogare servizi che vengono pagati da chi li chiede, puntare sulla consulenza qualificata, su pacchetti di servizi integrati e complessi. Differenziarci, senza arroganza. Il cambiamento è un’opportunità. La forza della Cia è la somma dell’essere noi: nessuno è solo, ma guai a stare fermi”.


