Prodotti della terra da gustare, per la cura e la bellezza del corpo

Aprile 2017

Alessandra Giovannini

In aumento la richiesta di materie prime per l’agricosmesi

La terra regala buoni frutti. Non solo da mangiare ma anche da stendere sul corpo. L’utilizzo dei prodotti dell’agricoltura nella cosmesi si chiama, agricosmesi. Un grande filone sempre più amato e ricercato che sta riscuotendo successo tra gli italiani. Un mercato sempre più attento alla qualità delle materie prime e alla loro certificazione che viene incontro ad una crescente attenzione verso una bellezza naturale che tenga anche conto dei consumatori vegani, ma non è solo una loro richiesta, che vogliono prodotti che escludano in ogni fase della propria realizzazione l’impiego di qualsiasi sostanza di derivazione animale anche se ottenuti senza sacrificio e/o maltrattamenti.

Una realtà sempre più in evoluzione, sia per la ricerca che sta alla base, sia per la qualità delle sostanze utilizzate. Si tratta di cosmetici che richiamano rimedi antichi e che ripropongono una cultura rurale, quasi contadina ma rivisti in chiave moderna.
Prodotti cosmetici naturali e biologici, dunque, e soprattutto rispettosi della pelle. Un rapporto tra mondo agricolo e cosmesi che diventa ancor più interessante se pensate che il settore della bellezza e benessere, parole di Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia, vede una crescita continua del fatturato globale che è oggi superiore ai 10 miliardi di euro, rafforzata anche da una crescita positiva del mercato interno e un export con segno +12%.
Dati presentati a fine marzo in occasione del Cosmoprof, l’evento internazionale più importante nel settore della bellezza professionale. Parlare di agricosmesi in quell’occasione ha significato sottolineare maggiormente una realtà che, già in diverse occasioni, è applicata anche con notevole successo.

E che il settore dedicato ai cosmetici biologici e naturali, prodotti per la bellezza e la cura del corpo, sia in fortissima crescita è stato anche sottolineato durante l’ultimo appuntamento del Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale. Ma cominciamo a fare qualche esempio.
Da una parte creme, emulsioni, lozioni, gel, oli, maschere di bellezza, saponi, profumi, trucco, strucco, solari. Dall’altra, scarti agricoli, scarti della vendemmia, fiori, miele, piante officinali, semi, piccoli frutti, bava di lumaca, olio di oliva, latte d’asina. E questo è solo l’inizio. Poi, basta leggere le etichette. E magari sentire l’esperienza di qualche produttore.

“É dal 1977 – racconta Francesca Bellenghi, che segue le orme di famiglia nell’Azienda agricola La Fontana a Spilamberto in provincia di Modena – che produciamo nel nostro piccolo laboratorio di cosmesi, creme per il viso e per il corpo, shampoo, prodotti anticellulite, oli solari abbronzanti o protettivi, tutti a base di oli essenziali, estratti vegetali, cera d’api, pappa reale e propolis”. Prodotti dell’alveare ed erbe aromatiche gli ingredienti principali. “Alleviamo api da sempre. La foto più antica della nostra famiglia, risalente a circa il 1880,  ritrae un gruppo di persone, la famiglia Ponzi, davanti ad una casa di campagna con un gruppo di alveari villici, ricavati da tronchi cavi di salice. Da allora di strada ne è stata fatta. Trascorsi gli anni del boom, l’attuale crisi dell’apicoltura legata agli eccessivi costi di gestione, ed alle continue importazioni dall’estero, ci ha costretto a ridurre l’impegno in apiario, ma non ad abbandonare la ricerca della qualità”. E l’utilizzo alternativo del prodotto che regalano i piccoli e preziosi insetti.
“Nel tempo ci siamo evoluti e oggi coltiviamo e raccogliamo lavanda, salvia, rosmarino, finocchio, timo, origano, alloro, maggiorana, camomilla, calendula, echinacea e tutte le erbe spontanee che troviamo nei prati a Savignano sul Panaro, sempre in provincia di Modena, dove ha sede il nostro agriturismo”. Un’attività che impegna Francesca a tempo pieno. “Seguo dalla produzione alla trasformazione poi vado nelle fiere, nei mercatini, gestisco la vendita direttamente e on-line. Piccoli lotti per avere sempre un prodotto fresco. Credo in questo lavoro, lo amo e sono convinta che sia un mercato in forte espansione. Oggi il consumatore è molto più attento al biologico, al naturale, si organizzano molti più eventi dedicati e se ne parla sempre di più. È una passione di famiglia, una tradizione che è diventata il mio lavoro”.

Ha smesso invece di andare nei mercatini di settore Denis Sarti dell’Agriturismo Il Murello che ha sede a Medicina. “Produciamo lavanda con certificazione biologica e la mandiamo in un laboratorio specializzato nella formulazione e nella produzione di prodotti cosmetici naturali che ha sede nel territorio. Tornano in questo modo i prodotti della nostra linea cosmetica, shampoo, saponette, crema viso e corpo, crema mani, bagnoschiuma e lozione relax che aggiungono alle proprietà dell’olio essenziale di lavanda anche le proteine nutritive della seta e del frumento e la morbidezza dell’olio di jojoba e di mandorla. La lavanda la utilizziamo poi anche per i prodotti alimentari”. Tante varietà a disposizione ma difficoltà nella vendita. “Abbiamo provato ma per piccole tirature. I costi di produzione sono altissimi e il mercato è di nicchia. Io non investo più nelle fiere, vendo solo tramite internet o direttamente ai clienti del nostro ristorante o agli ospiti delle nostre camere. Una singola azienda agricola fa più fatica. Ma questa è anche una scelta”.

E infatti c’è chi è andato oltre come la signora Giuliana Cesari che, già nel nome, ricorda un’azienda fondata nel 1967 che vanta una posizione di rilievo nella produzione enologica internazionale. Sei poderi, 170 ettari di vigneti, 18.000 mq di cantina. E un vino, in particolare, il Tauleto, perché proprio dal piccolo vigneto che dà vita a questo sangiovese Rubicone Igt nasce il benessere a tutto campo.
La viteterapia. “Tauleto Vitis Philosophia – aggiunge la Cesari – è un’idea di benessere molto più ampia che abbraccia la vigna nel suo complesso. All’interno di un vigneto non sono solo i preziosissimi polifenoli dell’uva ad avere proprietà benefiche per la pelle. Ci sono i bioflavonoidi e gli antociani, ricavati dalle foglie e dalla linfa della vite, e i preziosi oligoelementi e sali minerali come magnesio, silicio e fosforo contenuti nel terreno del vigneto, per non dimenticare l’inebriante fragranza sprigionata dal bouquet di profumi di un calice di rosso Tauleto. Si dice che la natura abbia tutte le risposte, ma a me sembra che abbiamo smesso di ascoltarla. L’intuizione è chiedere ad una pianta tanto potente come la vite i principi attivi per trasmettere nuova energia alla nostra pelle”.
Insomma, viteterapia come opportunità di benessere della persona e la conseguente ritrovata bellezza. E dire che è partito tutto da eau de toilette. “Dodici anni fa la fragranza dal bouquet del Tauleto poi pian piano mi sono dedicata all’estetica. Oggi c’è l’acqua per le gambe, la crema d’uva per il viso, il latte detergente, il siero e il gel per il viso, la maschera per il viso e il corpo, l’acqua aromatica, lo scrub alla gelatina d’uva e vinaccioli. Sono una pioniera e vedo un buon futuro. La gente ha bisogno, vuole naturalità, originalità dei prodotti a chilometri zero, un ambiente pulito. Questa è veramente una nuova frontiera”. Il vigneto, dunque, come scrigno di cose buone che va oltre il bicchiere di vino. Ma ci sono cose meno buone che possono fare del bene. Come gli scarti agricoli. Dagli oltre dodici milioni di tonnellate di rifiuti dell’industria agroalimentare prodotti ogni anno, si possono estrarre sostanze preziose per i cosmetici. Un valore aggiunto che vuol dire produzione ecosostenibile e, quindi, attenzione per il territorio.

Il gruppo Ricicla Lab dell’Università di Milano, per esempio, ha individuato una serie di latti detergenti, prodotti per i capelli e creme di bellezza per viso e corpo che possono essere ottenuti attraverso la trasformazione degli scarti dell’olio d’oliva e delle spremute di agrumi. A Genova si studia il riutilizzo degli scarti del riso, a Messina si fanno sperimentazioni con le bucce di agrumi, a Napoli con bucce di pesche e albicocche.

Ma torniamo ad esempi di utilizzo di prodotti della terra. C’è uno dei fiori all’occhiello delle produzioni italiane, l’olio extravergine di oliva, che diventa anche uno dei grandi protagonisti dell’agricosmesi, perché non ha controindicazioni allergiche e offre le sue grandi proprietà di protezione e idratazione, oltre ad allontanare l’effetto dirompente dei radicali liberi sul derma. In commercio creme, shampoo, maschere nutritive per i capelli, ricostruttive, lozioni ma tanto altro perché ogni tipo di prodotto di bellezza è perfetto se arricchito da questo nettare.

E ancora, i piccoli frutti.
Le proprietà vitaminizzanti e astringenti dei lamponi, ad esempio, vengono sfruttate per preparare maschere utili a curare le pelli sensibili, mentre i frutti rossi e in particolare la ciliegia, sono altre valide armi anti-invecchiamento. E poi la bava di lumaca con proprietà interessanti soprattutto per la bellezza della pelle del viso e per contrastare le rughe. Secondo l’Istituto internazionale di Elicicoltura di Cherasco, tra il 1995 e il 2014 in Italia i consumi di lumache sono quadruplicati: dalle 10.300 tonnellate del 1995 alle 40.170 del 2014. E la produzione interna, pur essendo passata da 3.600 a 16.300 tonnellate, copre ancora solo il 41% del fabbisogno nazionale. Il giro d’affari della filiera, che va dagli alimenti alla cosmetica, supera i 200 milioni. In Emilia Romagna gli allevamenti sono circa una cinquantina. Un settore, quello dell’elicicoltura che potrebbe essere interessante. L’ultimo esempio di agricosmesi? Il debutto a maggio di uno smalto commestibile al gusto Prosecco pronto da applicare, e degustare. Stiamo proprio parlando del vino di tendenza, dell’eccellenza italiana che secondo le ultime stime ha avuto una produzione di 500 milioni di bottiglie nel 2016. Uno smalto che una volta applicato è possibile gustarlo, leccarlo, annusarlo.

E non dimentichiamoci il mondo del fai che da te che, seppur piccolo e limitato, ha un suo seguito visto le tante pubblicazioni presenti in libreria. Non ultima, “Cosmesi in dispensa”, l’opera postuma della dirigente della Cia Carmen Coloierà, presentato recentemente che svela 150 rimedi cosmetici naturali che si nascondono nelle nostre cucine. Un lavoro ispirato ai “saperi” contadini.

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