Consumatori e raccolta self service di ortaggi: vantaggi e rischi

Giugno 2017

Alessandra Giovannini

DALLA REDAZIONE – Si scrive pick your ows e si traduce ‘prenditi il tuo’. In pratica la raccolta self service in campi, serre e anche negozi, di frutta e verdura. La possibilità, insomma, lasciata dai produttori ai consumatori di scegliere la merce che si preferisce.

Una pratica agricola innovativa nata nel Regno Unito negli anni ’70 e accreditata all’agricoltore Edward Walker “Ted” Moult morto nel 1986 a 60 anni, che si sta diffondendo sempre di più anche nella realtà emiliano romagnola.

Il sistema è semplice: i clienti si recano nell’azienda agricola, selezionano i prodotti disponibili su consiglio dei proprietari, e li colgono direttamente dall’albero o dall’orto.

Un metodo che in molti stanno sperimentano anche con qualche differenziazione. Andrea Rensi titolare dell’Azienda agricola Fiorentina di Sopra di Imola, ad esempio, dal 2008 ha circoscritto l’auto raccolta delle proprie mele prodotte in mezzo ettaro di terreno, in tutto ne ha otto. “Abbiamo pensato all’adozione di un albero. Quando è primavera e i rami sono in fiore, il consumatore viene in campo e sceglie il suo albero, mettiamo una targhetta con il suo nome e il nominativo che intende dare alla pianta e gli facciamo firmare un contratto di adozione. A settembre tornano e raccolgono i frutti”. Una scelta dettata, almeno inizialmente, per farsi conoscere e avere nuovi clienti.
“Poi l’esperimento ci è piaciuto ed è piaciuto tanto anche alle famiglie che ogni anno tornano per ripete la raccolta. Con alcuni siamo diventati amici e abbiamo visto crescere anche i loro figli che aderiscono volentieri all’iniziativa”.

Fuji, golden, delicius, granny finiscono così nei cesti o nelle cassette di felici “genitori” che in alcuni casi lasciano parte del raccolto all’azienda per riprenderlo poi trasformato, ad esempio, in succhi di frutta. “Un’opportunità che diamo ai clienti perché magari i quantitativi sono elevati o anche perché, una volta personalizzate, le bottiglie possono essere poi un regalo originale”. Un sistema che contribuisce anche alla formazione del consumatore costretto, a volte, a doversi confrontare direttamente con il produttore per uno scambio di informazioni. Un’opportunità per conoscere tempi di maturazione dei prodotti e dei metodi di raccolta, e soprattutto osservare direttamente sul campo quanto è complesso e arduo il lavoro agricolo. Un insegnamento che diventa ancora più prezioso se ad ascoltare consigli e suggerimenti ci sono i bambini.

Tra i vantaggi di questo sistema per i produttori, il fatto di non avere costi di manodopera, con la conseguente riduzione dei costi fissi e la sicurezza di una clientela fidelizzata. Per il consumatore la possibilità di poter acquistare prodotti a prezzi convenienti e secondo varietà, qualità e calibro che rispondono alle esigenze domestiche con il limite, che è in realtà un pregio, della scelta strettamente legata alla stagionalità e ai tempi di maturazione dei prodotti.

Ma in tutta questa libertà bisogna anche pensare alla sicurezza. “Noi facciamo firmare un contratto tra le parti nel quale decliniamo ogni responsabilità in caso di infortunio”. Dunque, vietato salire sulle scale. Ma questo è sufficiente? “È un metodo innovativo – precisa Mirco Conti, co-responsabile dei servizi fiscali della Cia delle province di Modena e Bologna – e come tale non è stato ancora definito dalle norme vigenti. Possiamo dire, comunque, che il consumatore non deve mai essere lasciato solo e suggeriamo di redigere un contratto tra le parti in cui vengono chiariti ruoli, competenze, nonché le responsabilità del produttore e del cliente. Grazie alla legge di orientamento agricola, la vendita al dettaglio esercitata su superfici all’aperto nell’ambito dell’azienda non prevede una specifica autorizzazione amministrativa, fatto salvo il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Inoltre è opportuno stipulare una polizza assicurativa per eventuali danni da responsabilità civile verso terzi. Va da sé che per fugare ogni dubbio, gli agricoltori interessati possono rivolgersi direttamente alle organizzazioni agricole di riferimento”.

Più semplice la libera scelta nei negozi. Denis Brienza è titolare di un punto vendita di frutta e verdura, Verde Self di 120 m² in centro a Imola e un anno fa ha deciso di aprire la sua attività dando la possibilità, a chi lo desidera, di scegliere direttamente i prodotti che porta anche dalla sua azienda agricola. “È tanta la gente che preferisce il self service. Alcune coppie parlano, cercano, si confrontano, alcuni anziani vogliono scegliere il prodotto che credono sia il migliore, altri non vogliono fare la fila nell’ora di punta, altri ancora chiedono e si informano, altri preferiscono, invece, essere serviti”. E sembra facile dare questa opportunità ai clienti.
“Quando ho chiesto la licenza, ho dovuto specificare che avevo questa doppia possibilità di vendita e ho dovuto assicurare di rifornirmi di guanti, sacchetti e bilancia specifica”.

Un nuovo modo di comprare e di vendere, dunque, che piace e porta vantaggi alle parti. Ai consumatori viene chiesto rispetto per l’ambiente e le colture. Ai produttori la garanzia del rispetto delle regole.

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