Giugno 2017
CASTEL D’AIANO (Bologna) – Paolo Vitali, 38 anni, pataticoltore con oltre 4 ettari a Castel d’Aiano coltivati col metodo biologico, ma che conduce altri terreni anche nel confinante territorio di Montese con indirizzo, oltre che pataticolo, anche cerealicolo.
“Da quando ho seminato le patate è stato un continuo susseguirsi di incursioni e danni provocati dall’istrice – racconta – oltretutto devo lottare anche con la burocrazia che ruota attorno ai meccanismi di richiesta di prevenzione e di risarcimento dei danni, trattandosi di specie protetta. Quest’anno – continua il giovane agricoltore – sono stati particolarmente invasivi e pur non mangiando il tubero lo rovinano scavando alla base delle radici e compromettendo le patate con le unghie e deprezzandole. In una notte riescono a devastare 10 – 20 metri quadrati di coltura”.
La siccità sta compromettendo piante e produzione
“Non abbiamo disponibilità di acqua per irrigare e le colture sono in stress idrico” Matteo Franzaroli, produttore di patate e orticoltore, condivide alcuni aspetti con Paolo Vitali: entrambi hanno terreni nei territori di Montese e Castel D’Aiano, coltivano patate, subiscono danni da animali selvatici e soprattutto accusano la prolungata siccità che sta mettendo a rischio la produzione 2017. “Sono più di 50 giorni che non vediamo una goccia d’acqua – dice Franzaroli – dopo essere usciti da un inverno inesistente che non ha consentito ai terreni di incamerare acqua. Se nel giro di una settimana non piove – aggiunge – rischiamo di raccogliere meno della metà dei tuberi. Le piante sono rimaste di taglia bassa e i tuberi sono di piccola pezzatura a causa della carenza idrica: non abbiamo possibilità di irrigare quindi possiamo sperare solo nella pioggia”