Siccità e falde vuote preoccupano le aziende agricole

Erika Angelini
IMOLA – Nell’imolese come in molte altre zone del territorio, preoccupa il perdurare della siccità che potrebbe incidere sulle semine, come spiega Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola.
“L’assenza delle precipitazioni in pianura, la mancanza di neve in montagna e le falde che rimangono sostanzialmente vuote non può che essere una situazione preoccupante e da monitorare di settimana in settimana. Al momento lo scenario non è, a mio avviso, ancora da pieno “allarme rosso” ma certo se anche le prossime settimane fossero caratterizzate da questo clima soleggiato e piuttosto mite, entrare in una situazione di allarme sarebbe inevitabile.
Luana Tampieri interviene sulla situazione nelle campagne in prossimità delle semine primaverili
Per quello che riguarda le semine in generale e le necessità irrigue delle drupacee nella Valle del Santerno, la Bonifica Renana ha già assicurato l’inizio della stagione irrigua per metà marzo, anche perché se non piove chi produce il bietolone o la cipolla precoce avrà già l’esigenza di irrigare, così come i produttori frutticoli della vallata.
I modelli previsionali di Arpae, che attualmente arrivano ai primi dieci giorni di marzo, sembrano prevedere l’entrata di correnti dall’Atlantico che potrebbero portare precipitazioni non eccezionali, ma nella media del periodo in Regione. Però siamo sempre in una logica di imprevedibilità e credo che l’unica soluzione possibile sia lavorare con i Consorzi di bonifica, Renana e Canale dei Mulini, non solo per assicurarsi che l’acqua per l’irrigazione sia garantita, ma anche in una logica di ottimizzazione della risorsa e risparmio idrico.
Penso, infatti, che ogni produttore debba cercare di non consumare una goccia d’acqua in più del necessario. In gioco non c’è solo un’annata che potrebbe andare male dal punto di vista produttivo, ma l’indotto agroalimentare di un intero territorio, con le aziende agricole che da anni faticano ad avere marginalità per questioni non solo climatiche ma anche di mercato e che rischiano davvero di chiudere definitivamente”.