Settembre 2017
Claudio Ferri
DALLA REDAZIONE – È difficile al momento fare una valutazione precisa della produzione viticola nazionale (siamo al 30 agosto), ma Assoenologi stima un quantitativo di circa il 25% in meno rispetto allo scorso anno e una qualità eterogenea, buona con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente.
L’associazione, che puntualmente ogni anno fa una ricognizione sul territorio e anticipa i dati produttivi, precisa anche che le cifre potrebbero variare anche sensibilmente a seconda dell’andamento climatico dei mesi di settembre e ottobre. Le rilevazioni sono il risultato dell’elaborazione di migliaia di rilievi ottenuti attraverso diverse fonti. La base è data dalle valutazioni condotte, a livello locale, dalle diciassette sedi periferiche che Assoenologi ha, a copertura dell’intero territorio nazionale.
Il dato incontrovertibile è che non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata.
A fine agosto è stato raccolto circa il 20% dell’uva e la prima regione a tagliare i grappoli è stata la Sicilia il 22 luglio: in tutta la penisola si riscontra un anticipo dell’inizio delle operazioni vendemmiali che varia dai 7 ai 15 giorni rispetto allo scorso anno.
Le prime previsioni Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno. Tutte le regioni italiane evidenziano consistenti decrementi produttivi con punte anche del 35-40% in Sicilia ed Umbria. Unica eccezione la Campania che, dopo la difficile vendemmia della scorsa campagna, fa registrare un lieve incremento. Con 41,1 milioni di ettolitri il 2017, rileva l’associazione, si colloca tra le prime 6 vendemmie più scarse dal 1947 ad oggi (1947 – 36.4 milioni di ettolitri). L’elaborazione di Assoenologi fa infatti ipotizzare che la produzione di uva possa oscillare fra i 56 e i 58 milioni di quintali che, applicando il coefficiente di trasformazione del 72%, danno tra i 40 e i 42 milioni di ettolitri di vino, un quantitativo inferiore del 24% rispetto a quello dello scorso anno (54,1 milioni di ettolitri di vino – dato Istat) e del 13% se riferito alla media quinquennale (2012/2016).
Il Veneto, con 8,6 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva, seguita dalla Puglia (6,7) e dall’Emilia Romagna (6,3). Queste tre regioni insieme nel 2017 produrranno circa 22 milioni di ettolitri, ossia oltre la metà di tutto il vino italiano. La qualità risulta a macchia di leopardo, passando dal buono all’ottimo e con pochissime punte di eccellente. Considerata la scarsa produzione le contrattazioni (al 28 agosto) delle uve e dei vini Doc e Igt risultano piuttosto vivaci con un incremento dei prezzi per tutte le tipologie, in particolare per quelle più richieste. Anche i vini generici e senza denominazione, dopo un abbassamento delle quotazioni degli ultimi anni dovuto alla forte concorrenza di altri Paesi, registrano un aumento dei prezzi.