Il Cer arriva a Rimini: la volta buona?

Luglio 2014

C.B.

RIMINI – A metà anni ’90 la Cia di Rimini e il Consorzio di bonifica riminese organizzarono un convegno annunciando l’imminente ingresso nel territorio provinciale del Canale emiliano romagnolo (Cer).

Ci sono voluti quasi vent’anni da quando il Cer arrivò alle porte del comune di Bellaria e ancora deve essere fatto un passo significativo che permetterà l’ingresso effettivo nel territorio riminese.
Per la precisione, il Cer ha già messo il “naso” in provincia di Rimini per alcune decine di metri ma non è certo bastato per calmare la secolare “sete” dell’agricoltura locale. In questi giorni sono in atto i sopralluoghi da parte dei tecnici del Consorzio per quantificare gli indennizzi ai possessori dei terreni interessati dal passaggio dell’opera. Si tratta di un segnale significativo del fatto che questa volta è “la volta buona” e dopo tanti annunci si passa alla realizzazione concreta anche se per un tratto piuttosto breve rispetto alla lunghezza totale dell’opera.

I lavori effettivi che consistono nello scavo vero e proprio della sezione del canale, dovrebbero iniziare alla fine dell’inverno 2014/15. Il prossimo stralcio dell’opera ha una lunghezza di circa 2 km. e arriverà in corrispondenza del Rio Pircio; il costo dell’opera è stimato in 12 milioni di euro. Il canale sarà in parte interrato e in parte a cielo aperto a sezione rettangolare per garantire la massima sicurezza ed efficienza.

A fianco del tracciato sarà realizzata anche una pista ciclabile che si congiunge con quella già presente nel tratto cesenate del canale. Il Consorzio stima che con l’acqua portata dal canale si potranno irrigare circa 600 ettari di terreno, con un incremento della produzione lorda di circa 4 milioni di euro all’anno. In futuro è previsto un ulteriore stralcio che porterà il canale nel comune di Rimini e farà salire il costo complessivo a 22 milioni di euro.

Il Canale emiliano romagnolo ha una storia lunga decenni, infatti i lavori sono iniziati nel 1955 e fra alterne vicende, legate soprattutto alla scarsità dei finanziamenti e al fatto che il manufatto si inserisce in un territorio fortemente modificato dall’uomo fin dall’epoca romana (per esempio con la centuriazione nel cesenate), ha portato l’acqua del fiume Po lungo un percorso di oltre 150 km.

Le acque del canale sono utilizzate sia per usi agricoli che civili. In particolare, in quest’ultimo caso, il Cer fornisce un contributo molto importante per l’approvigionamento idrico di alcune città romagnole.
Per il territorio riminese poter contare su questa fonte idrica ha un significato fondamentale: con l’utilizzo dell’acqua del Cer si avrà una riduzione del prelievo da falda, una delle cause dell’abbassamento del piano campagna con tutti i problemi connessi, compreso quello dell’ingressione della falda marina e conseguente aumento della salinità delle acque sotterranee. I lavori per il tratto riminese del canale si prevede finiranno nel 2017.

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