Novembre 2014
ROMA – L’unico settore che in questi anni di crisi ha tenuto è l’agroalimentare. Al contrario del manifatturiero, del tessile o delle costruzioni, i cui valori aggiunti sono diminuiti di oltre il 15% dallo scoppio della crisi, agricoltura e industria alimentare hanno mantenuto positivo il trend, con valori compresi tra il +4% e +7%.
Grazie a queste dinamiche l’agroalimentare nazionale rappresenta il 9% del Pil e il 14% degli occupati.
È quanto è emerso nel corso dell’iniziativa di Agrinsieme che ha lanciato la prima Conferenza economica del coordinamento, in programma a Roma il prossimo 18 novembre presso l’Auditorium della Conciliazione.
Dei cambiamenti di scenario, delle problematiche del sistema agroalimentare e della necessità di interventi per la sostenibilità e lo sviluppo delle imprese si parlerà nella prima Conferenza che sarà un momento di riflessione e confronto tra i diversi stakeholder della filiera, volto ad individuare possibili linee di sviluppo per il settore agroalimentare, in un’ottica di sistema Paese e che possa avviare un ragionamento serio di politica economica su quelli che sono i veri punti di forza da cui ripartire. Un comparto -sottolinea il coordinamento- oggi posto di fronte a un contesto di mercato complesso, tra una riduzione dei consumi alimentari interni del 12% rispetto al 2007 (a valori costanti) e rilevanti potenzialità da cogliere sui mercati esteri (in continua espansione, al contrario di quanto avviene in Italia).
In questo quadro l’export agroalimentare italiano, seppur in continua crescita (+85% nell’ultimo decennio) rappresenta ancora solo il 20% del fatturato totale dell’industria alimentare, contro il 27% della Francia e il 34% della Germania.