Alessandra Giovannini
“Questo è l’anno dei marroni, è stata rispettata l’alternanza, tipica di questo prodotto, e abbiamo un ottimo raccolto – dice con orgoglio Giuliano Monti, presidente del Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio -. Dopo un buon 2022 e un pessimo 2023, il 2024 vede anche troppi ricci il che ha comportato una pezzatura più piccola, ma la qualità è veramente ottima”. All’inizio il problema è stato andarli a raccogliere e portarli via, causa il terreno reso fangoso dalla pioggia, ma poi i fondi sono migliorati e le strade sono diventate più percorribili”.
Marroni belli, buoni e senza problemi. “Tanti ricci così sugli alberi non si vedevano almeno dal 2010 – aggiunge Sergio Rontini dell’Azienda Il Regno del marrone di Castel del Rio che coltiva un castagneto di oltre 40 ettari appartenente alla famiglia da oltre cent’anni –. E finalmente quest’anno non ci sono troppi marroni “bacati”, la vespa cinese ci ha lasciato in pace, non si è vista. Certo, il frutto è un po’ più piccolo ma questo è solo un fattore estetico, l’importante è che siano buoni e sani”.
Renzo Panzacchi, portavoce dell’Associazione dei Consorzi Castanicoltori non Ipg della Regione Emilia Romagna, aggiunge qualche numero. “In regione pensiamo che avremo il 40% di castagne e marroni in più rispetto al triennio precedente, un dato in crescita del 70% se ci riferiamo al solo 2023”. In questi mesi si parla tanto anche del futuro dei castagneti e dei castanicoltori. “Il castagno – prosegue Panzacchi – può tornare a essere una coltivazione importante per la media montagna, se gestita però in maniera moderna e professionale. Si parla di abbandono ma è un problema che riguarda tutta l’agricoltura di montagna, e la castanicoltura di conseguenza. Pochissime aziende seguono solo questa attività, la maggior parte si occupano di più produzioni. Se qualcuno abbandona campi e attività in pianura più facilmente troverà l’acquirente ma chi abbandona i terreni in montagna vendere è più difficile. Io vedo tantissimi giovani che si avvicinano a questa produzione, che tornano a fare castanicoltura, nella nostra associazione sono una trentina, magari non svolgono solo quella attività ma la praticano. C’è una grande effervescenza”.
Ma a che punto siamo con gli aiuti post alluvione? “Se parliamo di contributi i toni si fanno pesanti – dice ancora Monti -, ci sono stati pochi rimborsi e l’incertezza per il futuro è altissima. La gente è stanca ma va avanti”. Intanto si pensa a questa annata, la raccolta è iniziata i primi di ottobre e dovrebbe terminare a fine novembre. “Mangiate i marroni che sono buoni e fanno bene – conclude Monti -. E speriamo che vada tutto bene anche il prossimo anno”.