Claudio Ferri
PARMA – “Le grandinate del 20 e 26 luglio scorso hanno interessato una superficie del 26% sul totale investito a pomodoro da industria delle imprese che aderiscono ad Asipo. A fronte di questo dato la resa finale, tuttavia, rispetto ai quantitativi contrattati, è in linea con quello del Distretto, ovvero una perdita di prodotto di poco meno del 12%”. La sintesi dell’annata la traccia Davide Previati, responsabile dell’area tecnica della maggiore organizzazione di Produttori Ortofrutticoli specializzata nella produzione di pomodoro fresco destinato alla trasformazione industriale, una realtà che conta oltre 300 soci per circa 7.500 ettari.
“Questo grazie al parziale recupero delle coltivazioni precoci colpite da dalla grandine che nel complesso hanno attenuato i danni – dice Previati -. Le produzioni conferite dopo gli eventi calamitosi hanno garantito una qualità conforme ai capitolati, e comunque buona”. In pratica tutti i territori in cui Asipo opera (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Rovigo, Verona, Mantova, Pavia, Lodi, Cremona) la grandine si è fatta sentire, tranne nell’area dell’alessandrino che non è stato colpito.
“L’avvio dell’annata è partito regolarmente, con i trapianti eseguiti secondo i piani produttivi predisposti dalla nostra Op ed in linea con quanto necessario all’industria, ovvero fine marzo primi di aprile – ricorda il tecnico -. Le attività sono proseguite regolarmente fino a metà maggio, poi fenomeni temporaleschi ravvicinati e ripetuti hanno fermato i trapianti per quasi due settimane, facendo slittare il temine delle operazioni dalla normale prima settimana di giugno alla fine del mese stesso, incrementando così la fascia del tardivo che ha implementato la quota di oltre il 15%” (raccolte dal 10 settembre in poi).
I quantitativi in quota del mese di settembre, se normalmente si raccoglievano entro il 20/25 settembre, quest’anno il ritardo è stato di 15 giorni, portando in tal modo la conclusione della campagna attorno al 15 ottobre.
“Tutte le coltivazioni di pomodoro sono state raccolte senza che si siano manifestati fenomeni di marcescenza – osserva ancora Previati -, questo grazie ad un clima caratterizzato da giornate soleggiate e in assenza di pioggia. Nonostante tutto – prosegue – grazie al prezzo concordato in pre – campagna e alle polizze assicurative, fondamentali per gli agricoltori, è stato possibile per le aziende associate ad Asipo raggiungere una Plv ed una marginalità della coltura soddisfacente grazie anche ad un contesto di mercato internazionale certamente favorevole.
La qualità del prodotto è stata mediamente buona, con parametri migliori dell’annata scorsa: il grado brix, come Op Asipo è stato superiore a 5°. Una condizione favorita anche dal comportamento delle industrie di trasformazione che si sono rese disponibili ai ritiri secondo programmazione, seguendo le esigenze dell’ultimo periodo. Il reddito delle imprese è stato giusto, non solo nell’ottica di coprire i costi, ma guardando avanti per realizzare gli investimenti aziendali necessari per proseguire nell’innovazione del prodotto e dei processi produttivi, in tutte le sue componenti. Insomma – sottolinea – il guadagno è stato equo se si considerano i rischi a cui va incontro la coltura, con costi di produzione che si aggirano sui 9 mila euro ad ettaro”.
L’azienda agricola, di norma, investe quando ha disponibilità economica, “quando invece dovrebbe costantemente investire – sostiene Previati – il che comporta una certezza della produzione e dei prezzi riconosciuti ai produttori. Questa è una coltura che va pianificata in una ottica produttiva di medio e lungo termine” e non certo a livello annuale. Dal punto di vista fitosanitario non ci sono stati particolari problemi. Ricordiamo che la superficie a pomodoro da industria gestita dall’Asipo è irrigata per oltre l’80% con tecniche di microirrigazione – conclude Previati – e che grazie agli incentivi che la nostra l’Op riconosce alle aziende socie, per il tramite dei Piani Operativi Ocm Ortofrutta, implementiamo quegli investimenti orientati all’ottimizzazione nell’uso della risorsa acqua, come ad esempio i sistemi di monitoraggio ed automazione degli impianti”.