Belli da mangiare: le tonalità di colore dei kiwi

Marzo 2017

Lucia Betti

FAENZA – Oltre che molto buona anche colorata! Si mangia, e quindi, si compra, anche con gli occhi. Concentrandoci sulla frutta e i nuovi colori, nella provincia ravennate troviamo l’actinidia a polpa gialla, a dimora e in alcuni casi già in raccolta da diverse stagioni, e le albicocche di diversa tonalità e intensità di rosso, sia di buccia sia di polpa.

Intervistando alcuni agricoltori, pur con esperienze diverse, emerge una costante: si lavora con le novità per differenziare l’offerta, scandire quindi i tempi di lavorazione, di produzione e di commercializzazione, per essere operativi e sul mercato tutto l’anno e contrastare il troppo spesso mancato equilibrio fra costi di produzione e redditività, per cercare un po’ di margine di guadagno. Alcuni produttori in maggio/giugno avrebbero innestato l’actinidia a polpa rossa, “ma l’appuntamento è rimandato – racconta  dal faentino – Le piante per l’innesto sono state colpite dalla batteriosi e siamo costretti a rivedere i nostri piani”. L’azienda già da alcuni anni produce, oltre a 5 ettari di verde, actinidia a polpa gialla: “Siamo partiti da un ettaro e siamo arrivati a quattro e mezzo. Finora siamo andati bene. L’ettaro destinato al rosso lo convertiamo in giallo, più redditizio, per adesso. Abbiamo la varietà tardiva in raccolta da fine ottobre a inizio novembre. Da quest’anno raccoglieremo anche la varietà a buccia rossa delle albicocche”.

Spostandoci nell’area ravennate che confina con la provincia di Forlì-Cesena incontriamo altro actinidia a polpa gialla: a San Pietro in Vincoli da Davide Maioli e a San Pietro in Campiano da Paolo Amadori. L’azienda Maioli dal 2015 ha in produzione il “Sorelli” (3 ettari, precoce) e nel 2017 effettuerà la prima produzione della varietà D3 (3 ettari), in raccolta in ottobre. Ha anche tre ettari di verde tradizionale, oltre ad altre colture. “Considerando che il “Sorelli” è giallo, si raccoglie prima degli altri e che in quel periodo non c’è altro kiwi, mi aspettavo una remunerazione migliore. Nel 2015 lo hanno pagato circa 80 centesimi al chilo, per il raccolto del 2016 abbiamo avuto per ora un acconto di circa 40 centesimi al chilo e ancora non sappiamo quale sarà il saldo finale. il Consorzio giustamente vuole un frutto perfetto. Staremo a vedere cosa accadrà con la novità D3”.
Paolo Amadori raccoglierà i suoi primi kiwi a polpa gialla in ottobre. «Ho scelto questa varietà perché è più remunerativa di quella verde, della quale ho otto ettari, e per diversificare la raccolta: il giallo anticipa di circa 15 giorni. È una buona coltura di club: gli ettari coltivati sono numericamente controllati in base alla produzione richiesta dal cliente e non dovrebbe esserci sovrapproduzione. Di conseguenza il prezzo dovrebbe essere valido. Per ora siamo sempre riusciti ad ottenere la qualità richiesta – spiega Amadori -. Se con la produzione del verde puoi arrivare a circa 400 q.li/ha col giallo non bisogna superare i 350 q.li/ha e si ottiene un kiwi da circa 100 gr in su. Sia per il verde sia per il giallo di qualità Apofruit riconosce, pur differenziate, maggiorazioni di pagamento. Si stanno aprendo nuovi mercati in Asia e in Canada e il frutto deve reggere bene la conservazione”.

Ad ogni frutto il suo colore. Se da un lato nell’actinidia, per la polpa, il giallo sta prendendo piede, dall’altro il “giallino” nelle albicocche sembra non essere più molto attraente. “Il nostro mercato interno è esigente, vuole mangiare bene e vuole vedere il colore”, afferma Giovanni Landi di Castel Bolognese. Ha messo a dimora quest’anno circa un ettaro di albicocchi rossi, di buccia e di polpa, la varietà “Rouge Cot”: autofertile, medio vigorosa, medio succosa e medio dolce.
“I frutti, in tutti i sensi, li vedremo nell’estate del 2018 intorno al 25 giugno e tante sono le aspettative – specifica Giovanni -. Vorremmo ritagliarci la nostra nicchia di mercato ed essendo fra i primi a piantare la Rouge Cot speriamo anche che ci sia una porticina per un po’ di guadagno”. Nell’azienda si coltivano anche ciliegie, nettarina, pesca bianca col pelo e actinidia tradizionale. “Le tante varietà ci permettono di essere sul mercato da maggio a novembre, dalle ciliegie ai kiwi: differenziare l’offerta vuol dire tempificare ogni fase, dalla lavorazione alla raccolta fino alla commercializzazione. Sono fiducioso”.

Sulle prime colline faentine, a Tebano, c’è “Greta”, coltivata da Benito Poggiali. “È l’albicocca con la buccia bordeaux scuro e con la polpa rosata con venature rosse. Spiccace: spaccandola a metà la polpa si stacca nettamente e facilmente dal nocciolo. Da circa dieci anni ne ho poco meno di un ettaro. Mi è piaciuta e mi piace come varietà, siamo in pochissimi a coltivarla e mi dà soddisfazione. È molto più ricercata, quando è matura è veramente buona e dolce. Ed è anche più redditizia. Non considerando il 2016 perché sono stato colpito da una pesante grandinata 10/15 giorni prima della raccolta e ho salvato pochi frutti, i prezzi medi oscillano fra i 2 euro e i 2 euro e ottanta centesimi”.

C’è un’altra rossa che spicca: nelle pere, la varietà estiva “Carmen” sembra profilarsi interessante per la provincia ravennate.

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