Bergami: “Una ‘birra’ dal sorgo che fa onore a una coltura interessante”

sorgo

Claudio Ferri

BOLOGNA – Aumenta la produzione di sorgo in Italia: secondo gli ultimi dati Istat, nel 2020 la superficie coltivata ha toccato i 53.934 ettari a fronte dei 46.799 del 2019, pari a una produzione totale di 3.859.000 quintali (lo scorso anno si era fermata a 3.133.000 quintali).

Il sorgo è uno dei cinque cereali più importanti al mondo. Le sue caratteristiche produttive lo rendono una coltura pienamente in linea con le esigenze dettate dai cambiamenti climatici, soprattutto perché il suo fabbisogno idrico è molto limitato. Ma soprattutto è una coltura naturalmente priva di glutine e il glutine, si sa, è la spina nel fianco delle persone che soffrono di intolleranze alimentari e di celiachia. 

Tant’è che c’è chi ha pensato a produrre una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del sorgo (non essendo prodotta con frumento o orzo per la legge italiana non può essere definita birra) che per la sua più importante caratteristica, quella di essere naturalmente priva di glutine, è indicata alle persone che non possono assumere glutine. 

Una azienda innovativa crea una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione della oleoginosa per chi ha problemi di intolleranza al glutine

Si tratta del birrificio Stirone Barleyfree di Fidenza, nel parmense.
“Il settore agroalimentare guarda con crescente interesse al sorgo – precisa Marco Bergami, cerealicoltore e presidente di Cia Emilia Centro – da anni produco questa coltura perché ci ho sempre creduto. Quest’anno poi, i miei 30 ettari hanno prodotto quantitativi di tutto rispetto con una media di 70-75 quintali/ettaro e picchi anche di 85-90 quintali/ettaro. Sicuramente la stagione ci ha dato una mano, ma le peculiarità della coltura, la sua capacità di crescere senza ricorrere a ingenti quantitativi di acqua e a importanti dosi di fertilizzanti suscitano molto interesse e ben venga chi, come questo birrificio, ha realizzato una bevanda che per le sue caratteristiche soddisfa determinate esigenze alimentari e fa onore a una coltura a cui oggi gli agricoltori, e i numeri lo dimostrano, guardano con rinnovato interesse”.

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