Giugno 2014
MEDOLLA (Modena) – Nei giorni scorsi le associazioni agricole modenesi Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Copagri, hanno incontrato a Medolla il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina
al quale hanno consegnato un documento condiviso nel quale si chiede “l’adozione di importanti misure di riduzione della pressione fiscale e previdenziale nei confronti delle imprese ricadenti nelle aree colpite dalle gravi calamità descritte sopra e in proposito dovrebbe essere accolta finalmente la richiesta avanzata, riguardante la creazione di una “no tax area” della durata di almeno 5 anni”.
Nel corso dell’incontro sono state ricordate le numerose calamità che, oltre ai gravissimi danni alle produzioni ed alle strutture produttive hanno messo a dura prova la tempra e la caparbietà degli imprenditori emiliani dell’area.
“Il carattere di eccezionalità del rapido susseguirsi nel tempo e nello spazio di eventi avversi su un territorio indiscutibilmente strategico per l’economia della Regione Emilia Romagna e di tutto il Paese, ha oggettivamente creato difficoltà per una rapida ripresa – si legge nel documento – e nonostante gli aiuti concessi a seguito del sisma del 20 e 29 maggio 2012 ed il recente decreto legge 74 per l’alluvione, si ritiene occorra garantire ulteriori agevolazioni per consentire un rapidissimo ritorno alla normalità e, soprattutto, favorire la crescita”.
Le associazioni hanno chiesto pertanto di valutare l’ipotesi di esentare dal pagamento delle imposte per almeno un congruo periodo di tempo (5 o 10 anni) le aziende che hanno subito i danni dai plurimi eventi calamitosi sopra descritti.
“Questa ulteriore agevolazione – concludono le organizzazioni – consentirebbe alle imprese agricole danneggiate una condizione di maggior favore per tornare a competere velocemente in un mercato dove il tempo non c’è. È urgente inoltre l’applicazione della legge 102 sulle calamità naturali in modo tale da ottenere l’esenzione dei contributi previdenziali per coloro che hanno subito la violenta grandinata del 30 aprile, ovvero lo stesso territorio che ha avuto alluvione e sisma”.