Ottobre 2013
Claudio Ferri
LUGAGNANO (Piacenza) – Mentre raggiungo Lugagnano, dall’automobile osservo una trattrice cingolata che sta arando a ridosso di una collina, a pochi chilometri dalla località Salini, un piccolo borgo a 500 metri d’altezza dove ha il centro aziendale Luigi Faimali.
Solo a destinazione raggiunta scopro che era lui in sella a quel mezzo che si arrampicava su di una collina. Faimali è imprenditore agricolo da sempre, solida tradizione contadina e una passione enorme per la zootecnia da latte: per l’esattezza alleva un centinaio di bovine in lattazione ed altrettante da rimonta.
Centocinquanta ettari di terreno investiti a seminativi tra medica, mais ed altri cereali per l’alimentazione del bestiame, lo impegnano a tempo pieno assieme alla compagna Antonella. Ma l’azienda è grande e complessa ed è per questo che in azienda lavora anche il nipote Alessandro, oltre a fare ricorso ad una mungitrice 365 giorni l’anno. I capi sono di razza Frisona e la monta è naturale per l’80%. “Pippo è molto bravo – dice Luigi riferendosi all’enorme toro – e solo in casi più difficili ricorro alla inseminazione artificiale”. Pippo pesa oltre 9 quintali ed è una montagna di muscoli, tant’è che quando Luigi e Antonella devono entrare nella stalla a stabulazione libera devono prestare molta attenzione per evitare spiacevoli episodi.
La maggior parte del latte lo conferiscono ad un vicino caseificio che lo trasforma in mozzarelle e caciotte, mentre una piccola parte viene utilizzata per un ‘bancolat’ che Faimali ha allestito nel 2008. “A quel tempo di latte se ne vendeva molto di più – ricorda Luigi – ma ora ci siamo assestati su 60 -70 litri al giorno”.
La media di stalla è di 70 quintali per capo all’anno e il caseficio ‘Valchero’ a cui conferisce il latte riconosce a tutt’oggi 40 centesimi al litro “che paga a cinquanta giorni”, precisa Luigi. Il territorio di collina non è generoso come in pianura e in azienda mediamente si riescono a fare tre tagli, mentre il mais cresce bene, anche se spesso meta di incursione dei numerosi cinghiali presenti nel territorio.
A Salini sono rimaste inalterate le antiche tradizioni contadine, come quella di fare il pane in casa con il forno a legna. “Lo facciamo quasi tutte le settimane – conferma Antonella – anche se quando siamo pieni di lavoro è un impegno in più: ma è fatica rinunciare anche a questo piacere”.