Erika Angelini
MEDICINA (Bologna) – L’idea che qualche coltura stia scampando ai cambiamenti climatici è ormai un’utopia e lo dimostra un prodotto relativamente resistente e resiliente come la cipolla che negli ultimi anni ha subito cali produttivi e qualitativi. Nel bolognese si coltivano poco più di mille ettari e negli ultimi tre anni le rese sono state altalenanti, con un picco verso il basso nel 2023 quando si sono persi quasi 150mila quintali.
Quest’anno la prima campagna di raccolta delle varietà precoci seminate in autunno non sta dando, con i dovuti distinguo, i risultati sperati, come spiega il produttore Cristian Tosi, che tra Sesto Imolese e Medicina coltiva oltre 16 ettari di prodotto.
“Circa a metà giugno abbiamo ultimato la raccolta delle precoci e purtroppo la produttività è rimasta decisamente sotto la media: da 500-600 q/ha a 400 quintali, con qualche differenza rispetto alla varietà.
Le rosse sono andate meglio perché probabilmente più resistenti agli attacchi di peronospora che negli ultimi anni sta flagellando la coltura, soprattutto perché i fitofarmaci consentiti stanno diventando inefficaci.
La mancata produttività è molto legata al clima perché nel momento della semina nell’autunno 2024 l’umidità è stata sempre alta, è mancato anche quest’anno il “vero” freddo invernale e poi abbiamo attraversato una primavera piovosa che ha favorito, appunto, le malattie fungine come la peronospora e la batteriosi. In questo contesto meteorologico non ci si poteva certo aspettare un risultato eccellente perché il clima “ideale” per la cipolla sarebbe un clima secco nel momento delle semine e da aprile-maggio in poi e quest’anno è successo esattamente l’opposto.
Poi facendo un’analisi degli anni scorsi non posso dire che la campagna autunnale sia sempre stata negativa ma adesso i fattori di incertezza sono davvero tanti e si fatica, come accade per molte altre colture, ad avere rese e redditi soddisfacenti. Adesso non ci rimane che sperare nella raccolta delle cipolle bianche, rosse e gialle più tardive seminate a febbraio, che inizierà a metà luglio, per recuperare i cali produttivi della prima campagna grazie a un andamento climatico più favorevole”.