MEDICINA (Bologna) – Agribioenergia Soc. Coop. Agricola nasce a Medicina nel 2005 con il progetto di realizzare una filiera locale legata alle agroenergie. Dopo anni di progettazioni, nel 2010 si accende l’impianto a biogas. I soci coltivano biomasse dedicate, mais e sorgo, e le conferiscono allo stabilimento dove è presente il biodigestore.
Negli anni la cooperativa è riuscita a modificare l’alimentazione dell’impianto riducendo a un 30% le biomasse dedicate e sostituendo il restante 70% con sottoprodotti agroindustriali come buccette di patate, cipolle e pomodori da industria, residui della lavorazione dei cereali e delle farine e di origine animale come liquame bovino. Il biodigestore sfrutta il principio della fermentazione anaerobica, trasformando le biomasse in biogas e quindi in energia elettrica e termica, quest’ultima sotto forma di acqua calda a 80°C. Per valorizzare l’abbondante energia termica di risulta, è stato intrapreso un lavoro di studio e ricerca che ha portato, nel 2014, a veder nascere una nuova filiera legata alla coltivazione e lavorazione delle piante officinali.
“La cooperativa – racconta Enrico Dall’Olio, presidente della cooperativa – oggi conta 25 soci provenienti soprattutto da Medicina, Castel Guelfo e Imola, coltiva complessivamente oltre 2.000 ettari di terreno, 100 dei quali coltivati a piante officinali ed aromatiche, e 4 milioni di fatturato di cui la metà derivanti dalle erbe officinali che essicchiamo tramite il calore derivante dal cogeneratore”.
La maggior parte del fatturato delle erbe officiali, circa l’80%, si realizza negli Stati Uniti, Australia e nord Europa. “Anche se per una realtà come la nostra – specifica Dall’Olio – è un accordo che non ci riguarda direttamente, è stato finalmente superato un decreto molto vecchio. Vediamo come sarà la ricaduta a terra”.