Soia e girasole nella hit parade dei seminativi primaverili

Claudio Ferri

DALLA REDAZIONE – “Da molti mesi siamo in un contesto in cui l’andamento dei mercati è molto sostenuto e alcune colture sono appetibili. Coltivazioni proteiche come soia, girasole, mais e sorgo evidenziano buone quotazioni, per questo motivo, le imprese manifestano interesse per le loro semine”. Lo dice Riccardo Nicoli, responsabile tecnico di Agrites, società che fa parte del Gruppo Progeo e specializzata nel fornire consulenze agronomiche.

“Purtroppo abbiamo assistito ad una impennata del costo dei fertilizzanti – precisa Nicoli – con prezzi che sono saliti alle stelle e le imprese sceglieranno le colture che richiedono meno input a livello di nutrizione. Ne emerge una situazione in cui soia e girasole, meno esigenti in termine di assorbimento di fertilizzanti, avranno incrementi di superficie notevoli a discapito di colture come mais, sorgo che necessitano di apporti importanti di concimi.
Inoltre – prosegue Nicoli -, il mais è una coltura che, da diversi anni, presenta problemi fitosanitari che ne riducono la redditività. Quindi, soia e girasole, ottime proteoleaginose, saranno probabilmente preferite dai produttori. Possiamo stimare che sarà seminato un 20- 30% in più di soia rispetto alla media degli ultimi anni, mentre per il girasole ci attendiamo un incremento del 10- 15 %”.

L’impennata dei fertilizzanti potrebbe determinare la scelta di queste colture meno esigenti

Nicoli ricorda, infine, che queste ultime colture possono essere coltivate anche in secondo raccolto, in modo particolare dopo l’orzo, che quest’anno ha visto un incremento di superfici. É chiaro che queste colture necessitano di terreni freschi – aggiunge Nicoli – quindi servono aree particolarmente vocate per questa pratica colturale”.

Una delle cause dell’impennata dei prezzi dei fertilizzanti è l’aumento dei costi energetici: l’urea, ma è solo un esempio, costa molto per produrla e se un anno fa era quotata 320 dollari a tonnellata, franco porto Golfo d’Arabia, oggi vale 680 dollari, sempre nella stessa ubicazione, a cui occorre aggiungere l’onere di sbarco, confezionamento e imballaggi.

“Il che significa aggiungere altri 30 o 40 euro a tonnellata – precisa Stefano Tagliavini di Scam (società controllata da Progeo che, oltre alla produzione di fertilizzanti, si occupa  di formulazione e confezionamento di prodotti agrofarmaci) -. Per citare un altro esempio, se il potassio cloruro 12 mesi fa era quotato 235 dollari a tonnellata, ora si compra a 615: sarà un anno difficile per tutti”.

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