
Giugno 2016
MINERBIO (Bologna) – “Vogliamo entrare nei mercati con un prodotto tracciato e arrivare alla costruzione di un vero e proprio ‘Distretto dello zucchero’ e Coprob si propone come l’ingrediente dolce del ‘made in Italy’.
Ha messo l’accento sulla capacità della cooperativa di avere un ruolo strategico per il comparto, il presidente Claudio Gallerani, nel corso dell’annuale incontro dei soci di Coprob alla presenza, tra gli altri, di Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna e Giuseppe Pan, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto.
“È stato un bilancio amaro, l’ultimo, a causa anche dell’ annata 2015 non favorevole – ha spiegato ancora il presidente di Coprob – tuttavia l’84 % dei produttori ha sottoscritto il contratto triennale con noi, confermandoci quindi la fiducia. Ora la nostra produzione è di 284 mila tonnellate di zucchero, ma vogliamo arrivare a 330000. La coop crea inoltre un importante indotto che stimiamo in 196 milioni di euro “
L’Intesa di filiera (la coop associa 7 mila bieticoltori) si propone di fare “sistema”, coinvolgendo direttamente tutti gli attori del settore produttivo, industriale e commerciale per promuovere e valorizzare adeguatamente lo zucchero 100% italiano.
Gallerani ha poi fornito le prime anticipazioni sulla ormai imminente campagna bieticolo-saccarifera che quest’anno dispone di 33.000 ettari seminati nei tradizionali bacini emiliano romagnoli e veneti. “I soci hanno ribadito il loro impegno a continuare a produrre zucchero italiano – ha sottolineato Gallerani – nonostante un’annata molto avara di soddisfazioni e questo è il segno che tutto quanto sta compiendo la cooperativa per la valorizzazione della produzione nazionale, quale garanzia di continuità di approvvigionamento per l’industria agroalimentare, oltre che di certificazione sotto il profilo ambientale e della qualità, è la strada giusta sulla quale proseguire con decisione”.
“Dopo oltre due anni di difficoltà dovute alla costante diminuzione dei prezzi registrata sul mercato dello zucchero – ha proseguito Gallerani – stiamo assistendo ora ad una ripresa che ci lascia guardare con grande fiducia al futuro ed avere al nostro fianco le Istituzioni, il mondo agricolo e agroindustriale è senza dubbio un segnale incoraggiante: grazie alla collaborazione di tutti gli attori della filiera potremo, infatti, aumentare sempre più la nostra competitività e garantire un futuro ad un settore estremamente importante per l’agricoltura e per l’industria alimentare nazionale. A questo proposito, sarebbe essenziale riuscire a mantenere fino al 2020 gli attuali aiuti accoppiati e dare continuità agli aiuti previsti dal 2010 a sostegno del settore, che ammontano a 18 milioni di euro per l’industria e a 7 milioni per i bieticoltori”.
“È necessario sostenere la produzione di zucchero italiano, una voce importante del made in Italy, alla base dell’industria dolciaria nazionale, ma anche un comparto con significative ricadute sul piano sociale, economico, nonché agronomico-ambientale. Oggi il mercato interno assorbe 1,6 milioni di tonnellate di prodotto, delle quali circa 1,3 sono importate dall’estero. Ci sono dunque ampi margini di crescita. L’Emilia Romagna è un territorio con una tradizionale vocazione bieticolo-saccarifera – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Simona Caselli – da qui l’impegno forte di questa Regione per arrivare a un’Intesa di filiera nazionale che coinvolga istituzioni, produttori, industria di trasformazione e grande distribuzione. Contiamo, con il contributo del Ministero delle Politiche agricole, di raggiungere in tempi rapidi l’obiettivo”.
Sula stessa linea l’intervento dell’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, che ha ricordato come la produzione bieticola rappresenti un primato che la Regione intende salvaguardare e promuovere. “Quella del ‘Distretto dello zucchero’ – ha aggiunto Pan – è una sfida estremamente importante per salvaguardare una filiera in cui sono state investite consistenti risorse in questi anni e potremo vincerla soltanto facendo squadra”. “È paradossale – ha concluso l’assessore veneto – che un paese in cui l’80% dei prodotti agroalimentari contiene zucchero debba importare questo prodotto dall’estero per coprire il fabbisogno complessivo”.



