Covid-19, cittadini nei campi ‘in passeggiata’ per eludere i controlli delle forze dell’ordine

“Attenzione ai mezzi agricoli, ora siamo nel pieno della attività”
REGGIO EMILIA – “Campi, frutteti e vitigni invasi da chi esce di nascosto da casa e non vuole incappare nei controlli ‘anti-coronavirus’: rischi per l’incolumità di cittadini e agricoltori”. A lanciare l’allarme è Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che ha raccolto le segnalazioni di tantissimi agricoltori preoccupati ed esasperati per il continuo viavai di pedoni e ciclisti.
“La situazione riguarda l’intero territorio reggiano – entra nel dettaglio -: dalla zona ceramiche alla Val d’Enza, dalla montagna alla Bassa ma anche e soprattutto nei territori limitrofi al centro abitato di Reggio. Sempre più persone insofferenti all’isolamento – e forse anche perché le istituzioni nazionali la scorsa settimana hanno fatto passare un messaggio sbagliato di ‘allentamento delle indicazioni anti-contagio’ -, hanno deciso di uscire di casa.
Ma, visto che parchi e giardini pubblici reggiani sono ancora off limit, in tanti si sono riversati nei campi privati: terreni appena seminati, frutteti e vigneti dove però gli agricoltori in questo periodo sono al lavoro con i trattori e i prodotti per i trattamenti. I divieti e i cartelli vengono ignorati. Eppure i rischi per l’incolumità sono palesi ma, evidentemente, non per tutti”.
Cervi sottolinea infatti che “non sempre è sufficiente far notare alle persone sorprese in giro che i campi sono proprietà privata, che è difficile vedere dai grossi mezzi le presenza tra i filari, che talvolta i trattamenti usati possono essere pericolosi nell’immediato se respirati. In alcuni casi si è arrivati a diverbi, fino alle minacce. La tensione generale è elevata e basta davvero poco per accendere le micce”.
“Se è vero che nelle vie della città e dei paesi ci sono troppe persone in giro – prosegue il presidente Cia Reggio -, posso tranquillamente affermare che la situazione è ancora peggiore nelle campagne: vengono considerate la miglior soluzione per uscire all’aria aperta e sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine”.
Cervi rivela che “non ci sono solo quelli che va a passeggio o a fare jogging. Sono stati trovati ad esempio tanti ciclisti che hanno ‘scambiato’ le grandi e piccole carraie come piste da mountain bike. I campi arati o seminati vengono usati come perfetto allenamento per fare fitness. Non mancano neppure i centauri con le moto da cross. Addirittura, un nostro agricoltore ha sorpreso un giovane che tentava di usare un board elettrico. Siamo ormai alla follia e temiamo che in questo fine settimana pasquale la situazione peggiori ulteriormente”.
Il presidente della Confederazione reggiana lancia dunque un appello a forze dell’ordine e sindaci: “Va benissimo controllare le vie della città e dei paesi, ma sono necessari analoghe verifiche anche nelle aree rurali per evitare incidenti, litigi e problemi vari. I campi sono le nostre aziende dove ogni giorno lavoriamo per garantire la produzione di cibo e assicurare la presenza di alimenti sani e freschi sugli scaffali: chiediamo comprensione e rispetto da parte di tutti”.
Cia: “Comprendiamo la situazione problematica attuale, ma non possiamo trasformare le aziende agricole in parchi pubblici, è una questione di sicurezza”
MODENA – “Da quando sono scattate le disposizioni del governo che hanno imposto limitazioni alle persone di uscire, molte aziende agricole, come la mia, hanno riscontrato problemi eseguire le normali operazioni colturali: molte persone, infatti, entrano nei campi con il rischio di imbattersi in un trattore in lavorazione, specialmente tra i filari dei frutteti e dei vigneti”.
È Alessia Borgato, imprenditrice agricola venticinquenne di Bomporto, che nella frazione di Solara conduce frutteti e seminativi adiacenti al paese e che segnala un comportamento rischioso per gli avventori.
“Convinti di non correre rischi – dice la Borgato, che fa parte dell’Agia, l’associazione dei giovani agricoltori aderente alla Cia – trovano il terreno agricolo un luogo sicuro per fare una corsa o un giro in bicicletta in tutta tranquillità convinti di essere al sicuro. Noi confiniamo con un parco pubblico, quindi le persone hanno facile accesso ai campi per fare corse e passeggiata. Purtroppo – sottolinea la Borgato – lavorare in queste condizioni è difficile, perché negli ultimi giorni durante le normali attività, le persone attraversavano i campi ed i filari dei frutteti, spesso ascoltando la musica con le cuffiette, correndo il rischio di trovarsi all’improvviso un trattore che sbuca da un frutteto improvvisamente: questo è un pericolo per le persone e una grande responsabilità per noi agricoltori. Abbiamo cercato di limitare gli accessi ai campi – afferma l’imprenditrice – ma in questo periodo è difficile perché ci sono tante operazioni colturali da svolgere”.
“Comprendiamo la situazione problematica dei cittadini – gli fa eco Alberto Notari, vice presidente di Cia-Agricoltori italiani Emilia Centro – ma non possiamo trasformare le aziende agricole in parchi pubblici. Certo, non abbiamo preclusioni a mostrare cosa avviene nelle aziende, ma deve essere fatto in sicurezza e nel rispetto delle norme vigenti: è vero che sono all’aperto, ma si tratta della nostra attività. Quando le disposizioni governative e regionali lo permetteranno – aggiunge Notari – ricordiamo che abbiamo diverse attività che consentono la fruizione delle nostre imprese, come ad esempio le fattorie didattiche , gli agriturismi e le aziende che fanno vendita diretta, luoghi che sono preposti alla accoglienza degli avventori. Insomma – conclude Notari – facciamo affidamento sulla responsabilità ed il senso civico dei cittadini e cerchiamo di assicurare la loro incolumità”.