Dopo tanti anni c’è consapevolezza per costruire la Diga sull’Enza

Luca Soliani

Reggio Emilia – “Diga sull’Enza, bene il finanziamento che aspettavamo da molto tempo dai Governi nazionali. Desidero ringraziare personalmente l’assessore regionale Alessio Mammi che ha sempre creduto nel progetto e ha lavorato duramente per arrivare a questo importante risultato”.

Parole di Lorenzo Catellani, presidente Cia Reggio Emilia, che commenta così l’atteso finanziamento di 3,2 milioni di euro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: i soldi fanno parte del ‘Fondo progettazione per fronteggiare l’emergenza idrica’ istituito dal precedente Governo Draghi, e sono stati richiesti dall’Autorità di Distretto su indicazioni di priorità data dalla Regione Emilia Romagna.

Le proposte avanzate sono state ratificate nei giorni scorsi dal Governo con un decreto ministeriale. Le risorse complessive per la realizzazione dello studio sono 3,5 milioni; gli altri 300mila euro necessari, previsti in cofinanziamento, sono stati stanziati dalla Regione.

“Dopo anni di battaglie che ha visto Cia Reggio Emilia in prima linea, finalmente a tutti i livelli è nata la consapevolezza della necessità fondamentale di costruire l’infrastruttura – prosegue Catellani -. Ora bisogna correre per la sua realizzazione che considero una necessità imprescindibile per il territorio, dove la disponibilità d’acqua si è drasticamente ridotta a causa dei cambiamenti climatici.
Gli effetti sono davanti agli occhi di tutti e l’agricoltura è il settore che più li sta pagando. Ma l’infrastruttura deve essere delle dimensioni adatte per usi plurimi: deve esserci la disponibilità di acqua necessaria a soddisfare tutti i bisogni del vasto territorio che andrebbe a servire. Occorrono passi concreti e urgenti”.

Il presidente Cia Reggio Emilia ci tiene a ricordare: “Nel 2016 era iniziato, grazie all’azione di Cia Reggio Emilia, un ragionamento che aveva portato all’insediamento di un tavolo tecnico cui avevano partecipato le amministrazioni pubbliche per riproporre la costruzione di un invaso. Da quel seme ‘locale’ è nata la consapevolezza – arrivata fino a Roma – che la realizzazione della diga è fondamentale per un vasto territorio che comprende le province di Reggio Emilia e Parma.
In questa ottica va visto il finanziamento: un passo di un percorso.
Ora è necessario snellire l’iter e la burocrazia per accelerare i tempi: gli effetti dei cambiamenti climatici sono davanti agli occhi di tutti e l’agricoltura è il settore che più li sta pagando. Servono risposte urgenti”.
Tanti imprenditori agricoli reggiani stanno facendo fronte all’emergenza “investendo in impianti finalizzati al risparmio idrico e in colture più resistenti a caldo e siccità. Alcuni si affidano addirittura alle mappe satellitari per innaffiare i campi solo dove è strettamente necessario. Ma da soli non possono vincere la guerra dell’acqua”.

L’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi definisce il finanziamento “un risultato davvero storico per la Val D’Enza e le province di Parma e Reggio Emilia e, in particolare, per quanto riguarda la progettazione irrigua a tutela della produzione del Parmigiano Reggiano. Ringrazio il Governo per questo risultato. La siccità è un fenomeno in crescita come conseguenza dei cambiamenti climatici, un problema che investe sicuramente il comparto produttivo agricolo, mettendo anche a rischio la sicurezza alimentare delle nostre tavole.
Dobbiamo riuscire a non disperdere l’acqua quando c’è, per usarla nei momenti di siccità, oltre ad aumentare la capacità di stoccaggio, oggi ferma all’11% di raccolta delle acque piovane. Abbiamo a disposizione risorse che miglioreranno in maniera radicale il sistema irriguo regionale. Rimane la necessità di ridurre il surriscaldamento climatico e terrestre che sta provocando la forte diminuzione delle precipitazioni.
Con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima promosso dalla Regione – ha proseguito Mammi – siamo fortemente impegnati anche su questo fronte. Ora serve un’accelerazione amministrativa per realizzare la progettazione – conclude l’assessore – a partire dalla semplificazione delle procedure. Questa progettazione servirà a individuare l’opera migliore dal punto di vista dei fabbisogni idrici e nel rispetto delle attuali norme”.

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