Esondazione del fiume Secchia: “La responsabilità è sempre degli uomini”

I relatori al VI Congresso di Modena

MODENA – “Ormai il mondo agricolo è temprato: dopo terremoti, trombe d’aria, frane ed esondazioni gli agricoltori riusciranno, con la tenacia che li contraddistingue, a risollevarsi, e continuare a produrre per assicurare cibo sulle tavole di tutti”. Lo ha detto Cristiano Fini, confermato alla presidenza della Cia modenese (vice presidente è Francesco Romano) nel corso del congresso del 23 gennaio scorso.

Un appuntamento che è stato realizzato con questo spirito, nonostante la scia di danni e di problematiche che ha provocato la rottura dell’argine del fiume Secchia, ma soprattutto ha causato la perdita di una vita umana. La VI Assemblea provinciale ha visto la partecipazione di 103 delegati in rappresentanza di 3.500 imprese di tutto il territorio e a conclusione dell’incontro si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Eccellenze agroalimentari modenesi: esportiamole assieme nel mondo” – iniziativa moderata dal direttore della Gazzetta di Modena Enrico Grazioli, a cui hanno partecipato Massimo Bottura, (Osteria Francescana), Maurizio Torreggiani, presidente Camera di Commercio di Modena, Cristiano Fini, Giovanni Luppi, presidente nazionale Legacoop agroalimentare e Tiberio Rabboni, assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna.

“Nutrire il mondo quindi, tuttavia non vi è coerenza tra ciò che la società chiede all’agricoltura in termini di sicurezza e sanità alimentare, tutela del territorio, ambiente, occupazione – ha detto Fini – e la qualità delle politiche attuate perché l’agricoltura possa garantire un equo reddito agli operatori. Il valore dell’agricoltura – ha aggiunto – non si misura solo come componente del Pil: la presenza degli agricoltori è sempre stata indispensabile per il territorio italiano e la sua salvaguardia”. Fini ha fatto inoltre un richiamo alla recente rottura di un argine del fiume Secchia: “La responsabilità è sempre degli uomini – ha ribadito – perché se anche il disastro fosse stato causato da volpi o nutrie, in ogni caso l’intervento dell’uomo non è stato puntuale nel controllare adeguatamente queste specie”. Fini ha poi ribadito che l’indotto agricolo genera ricchezza diffusa “dove l’imprenditore agricolo è un protagonista indispensabile ed insostituibile, a cui deve però essere assicurata una opportunità di reddito”.

“Le scelte fatte negli anni passati riguardo la ricerca di qualità e salubrità dei nostri prodotti furono azzeccate, perché ci consentono ora di raggiungere tutti i mercati mondiali meglio di altri. Ciò che non accettiamo oggi è che a fronte di tali scelte il reddito degli agricoltori sia insufficiente: in alcuni casi non basta nemmeno per sopravvivere, in altri non consente all’imprenditore di investire in azienda e, più in generale, per lo sviluppo dell’agricoltura. Abbiamo bisogno di prezzi più alti, ma anche più stabili – ha proseguito – che significa aumentare le entrate, ma anche avere più garanzie e stabilità per il futuro, cosicché gli agricoltori possano fare programmazione sugli investimenti e per le scelte colturali. Per fare questo, dovremo avere sotto controllo la produzione da immettere sul mercato e raggiungere maggiormente quei paesi in grado di valorizzare meglio i nostri prodotti, ormai a tutti noi noti”.

Il miglioramento del reddito passa anche attraverso la riduzione dei costi produttivi come energia, carburante, manodopera, attrezzature e mezzi tecnici: le aggregazioni e l’aumento delle dimensioni aziendali possono attenuare l’incidenza di tali costi, ma non risolvono il problema. “Servono quindi politiche diverse rispetto alle attuali – ha ribadito – come la riduzione del costo del lavoro e dell’imposizione fiscale sulle fonti energetiche, una fiscalità più leggera su beni strumentali e terreni, semplificazione volta soprattutto ad eliminare i doppi controlli. Su questi temi è necessario un intervento forte e tempestivo da parte dello Stato”. Lo chef Massimo Bottura
A giudizio di Fini c’è bisogno inoltre di modificare la redistribuzione del reddito lungo la filiera, “perché non è giusto che l’anello debole della catena sia il soggetto portatore dei rischi maggiori, dovuti tra le altre cose ad intemperie e andamenti climatici.
Al contempo, le banche devono investire maggiormente sul nostro settore”.

Terremoto, ricostruzione lenta e troppa burocrazia

Riguardo al sisma di un anno e mezzo fa, il presidente Fini denuncia la lentezza della macchina burocratica. “La ricostruzione purtroppo è ancora lenta e difficile. Abbiamo scongiurato fin dall’inizio lo spauracchio burocratico, lanciando forti segnali alle istituzioni. Ebbene – denuncia Fini – se da un lato non avevamo la pretesa di ritrovare la normalità nell’arco di un anno, nemmeno ci aspettavamo di trovare tanti vincoli e adempimenti urbanistici in sede di amministrazioni locali, tenuto conto della straordinarietà dell’evento calamitoso. Lancio quindi un accorato appello alle istituzioni nazionali – è l’esortazione di Fini – urge una legge dello Stato in grado di gestire le catastrofi naturali, dalla fase emergenziale alla ricostruzione passando per le risorse e la proroga fiscale”.

Come valorizzazione i prodotti modenesi: un progetto innovativo per migliorare l’immagine delle nostre eccellenze

Il sistema Modena deve avere un ruolo di primordine, a partire dall’Expo, la manifestazione milanese capace di attirare, l’anno prossimo, milioni di visitatori da tutto il mondo. “Il nostro bel territorio, legato ad ospitalità e tipicità uniche, dovrà essere attrattivo durante, ma soprattutto dopo l’evento – dice Fini – e per questo riteniamo molto utile il contributo dato dal progetto Palatipico, volto ad esaltare la conoscenza e la cultura Agroalimentare modenese, nello splendido connubio tradizione-innovazione”.
E’ strategicamente fondamentale il consolidamento del connubio prodotti tipici-cibo-paesaggio, ciò per valorizzare al meglio il nostro territorio. “Contemporaneamente, ritengo vi sia il bisogno di sviluppare un progetto innovativo volto a migliorare l’immagine delle nostre produzioni agli occhi del mondo – osserva Fini – dobbiamo quindi venderci meglio, magari inducendo il consumatore a diffidare dalle imitazioni e facendogli capire che la buona cucina riesce soltanto se vengono utilizzate materie prime selezionate e provenienti dalla nostra terra, facendo fede ai dettami dello chef stellato Massimo Bottura”.

Tre vantaggi con il rafforzamento dell’agroalimentare
1) Innanzitutto il mantenimento del presidio da parte degli agricoltori a tutela del territorio, diminuendo fortemente i rischi legati al dissesto idrogeologico; negli ultimi anni sono aumentati in maniera esponenziale i danni causati da frane ed esondazioni, e spesso sono dovuti all’abbandono delle terre coltivate piuttosto che all’urbanizzazione selvaggia.
2) Il beneficio per l’economia del paese, con l’aumento dell’occupazione e lo sviluppo dell’indotto che ruota intorno al nostro settore, oltre all’ incremento del Pil soprattutto grazie alle esportazioni ed al turismo enogastronomico.
3) Il miglioramento della qualità di vita, mangiando meglio sia dal punto di vista qualitativo che sotto l’aspetto della sicurezza alimentare. Non solo, il paesaggio rurale è sicuramente più piacevole e godibile rispetto i centri urbani o industriali.

LA CIA DI MODENA IN CIFRE

3.110 imprese agricole (su 8.605 iscritte alla Camera di Commercio)
4.500 coadiuvanti
558 imprese che assumono manodopera
2.900 operai agricoli impiegati nelle aziende
115.000 giornate complessive di lavoro dipendente
58 imprese agrituristiche associate Cia (su 117 iscritte alla Cciaa)
831 imprese vitivinicole associate Cia (34% sul totale in provincia di Modena)
Le imprese zootecniche Cia contribuiscono a produrre quasi il 50% del latte prodotto in provincia di Modena

La Cia dispone di 65 unità lavorative operative su tutto il territorio, inoltre:

  • 6 sedi di zona e 21 recapiti territoriali
  • centro elaborazione dati e busta paga
  • centro assistenza fiscale (Caf)
  • centro assistenza tecnica (Caa)
  • assistenza ai cittadini (Patronato Inac)
  • consulenza lavoro, legale, fondiaria e urbanistica
  • consulenza finanziaria ed immobiliare

Agrimpresa online - Registrazione: tribunale di Bologna n. 6773 del 2 marzo 1998 - email: agrimpresa@cia.it - tel. 0516314340
Direttore responsabile: Claudio Ferri - Presidente: Cristiano Fini - Editore: Agricoltura è vita scarl
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