Maggio2017
Alcune notti di basse temperature mentre molte varietà di piante erano in fiore o comunque in fase attiva, hanno causato danni significativi un po’ in tutta la regione.
A questo si sono aggiunte localmente grandinate e fenomeni di maltempo che hanno aggravato ulteriormente la situazione.
Di seguito un quadro della situazione nelle diverse province.
Ferrara
Nel ferrarese l’andamento climatico non ha provocato danni rilevanti a pesche, albicocche e ciliegie. Nessun problema particolare nemmeno per le pomacee, pera in primis, anche se, in alcune aree, si sono abbattute forti grandinate e trombe d’aria che hanno divelto gli impianti anti-grandine. Anche la fragola coltivata in pieno campo ha anticipato le fasi colturali a causa delle temperature di aprile, per poi subire, sempre a causa delle temperature rigide di inizio maggio, un danno nel momento della fioritura. Per la fragola sono dunque previsti dei cali produttivi, dovuti anche alle piogge, che hanno allagato i campi facendo marcire parte del raccolto e provocando danni qualitativi.Andamento di mercato
Le quotazioni delle due principali colture primaverili del ferrarese, asparago e fragola, sono state condizionate dall’andamento climatico. I prezzi dell’asparago, immesso sul mercato in anticipo e in contemporanea al prodotto spagnolo, hanno avuto un esordio insoddisfacente: il prodotto confezionato in mazzi da 500 gr. è pagato in media 1,60 €/kg e l’asparagina appena 0,80 €/kg. I prezzi sono poi risaliti nel corso della campagna di circa 10-15 centesimi al kg, per salire ancora a fine campagna di 50 centesimi. Anche il mercato della fragola non ha dato soddisfazioni ai produttori nella prima fase di commercializzazione, con prezzi medi attorno a 1,50 – 1,60 €/kg. I prezzi sono poi gradualmente risaliti e a metà maggio sono arrivati a 2,20-2,50/kg, con punte di 3 €/kg.
Imola e comprensorio
Disastrosa la grandinata che ha colpito le campagne bolognesi nella sera della domenica di Pasqua alla quale hanno fatto seguito gelate estese. Rilevanti sono stati, infatti, i danni nelle campagne in pieno risveglio primaverile con prodotti orticoli e seminativi nei campi e alberi da frutta in fioritura. I danni hanno coinvolto circa 80 aziende agricole per una superficie segnalata di circa 700 ettari. Colpiti soprattutto i territori di Ozzano, Osteria Grande, Castel San Pietro e in parte la vallata del Santerno. Proprio quest’ultima ha visto, in particolare in alcune zone, distrutte il 100% delle albicocche e delle ciliegie, il 70% dei kiwi. Ovunque frutti distrutti, rami spezzati, fiori caduti.
Campagna albicocche Imola
La grandine di Pasqua ha fortemente compromesso la raccolta delle albicocche nelle vallate del nostro territorio particolarmente vocate a questo frutto.
I mercati in questo momento sono pieni di prodotti che arrivano dall’estero, soprattutto Spagna, e dalle regioni meridionali e si prevede che, fino al loro esaurimento, non ci sarà posto per le nostre produzioni locali. Ma tutto potrebbe cambiare se tornasse il caldo e, di conseguenza, si tornasse a consumare il nostro prodotto.
Modena
Dopo le grandinate e le forti raffiche di vento che si sono susseguite a metà aprile a compromettere parte della produzione agricola della stagione, si sono aggiunte le gelate del 20, 21 e 22 aprile che in diverse aree hanno provocato danni soprattutto a vigneti e colture frutticole.
Le temperature sono andate sotto zero causando ‘allessature’ ben visibili ai tralci di vite in vegetazione avanzata, che adesso non sarà più produttiva. Lambrusco e pignoletto a rischio quindi in molte zone.
Parma
Prima un’insolita siccità all’inizio di aprile, poi grandinate e brusco calo delle temperatura tra fine aprile ed inizio maggio.
A fine mese diverse grandinate a macchia di leopardo hanno colpito la Bassa e la collina. In quegli stessi frangenti c’è stato anche un brusco calo delle temperature, con gelate notturne che hanno danneggiato soprattutto le coltivazioni di pomodoro da industria e di mais e la vite in collina. Dalle prime stime – in base alle segnalazioni giunte agli uffici di Cia Parma – si ipotizza un danno su circa il 5% della produzione di pomodoro da industria con possibili ritardi nella maturazione, mentre il mais dovrebbe riuscire a riprendersi.
Ravenna
Le brinate diffuse in diverse località della provincia hanno provocato ulteriori gravissimi danni. Le zone più colpite sono state il faentino e in particolare Pieve Corleto, Reda, Albereto, San Giovannino, Basiago, San Pier Laguna, Granarolo, Pieve Cesato, Fossolo; il territorio lughese in particolare San Potito, Bagnacavallo, Villa San Martino, Voltana e, nel ravennate, San Pietro in Campiano. Anche i fondovalle di Brisighella e Casola Valsenio potrebbero essere stati interessati da abbassamenti termici in grado di provocare danni a frutteti e vigneti. Le colture colpite maggiormente sono state la vite ed il kiwi dove sprovvisti di impianti antibrina. In certi casi la produzione è stata azzerata, il altri casi vi saranno danni da valutare. Visivamente l’impressione peggiore è data dai vigneti, con tutti i germogli “lessati” dal gelo.
Le previsioni di mercato
Dal quadro previsionale del frutticolo nella provincia di Ravenna emerge che le ciliegie, in termini di quantità, potrebbero raggiungere il record di produzione. Le albicocche sono ancora in crescita, per l’entrata in produzione degli ettari in allevamento. Per pesche e nettarine, nonostante le conseguenze delle brinate, si prevedono buone quantità. Il previsto calo di produzione per l’actinidia, di un 10-15 per cento, non dovrebbe incidere in maniera determinante sul mercato. Prudenza sulle previsioni di pere e mele: c’è il timore che alla recente cascola possa seguirne un’altra con l’arrivo del caldo.
Complessivamente, il mercato potrebbe rivelarsi un po’ difficoltoso a causa delle conseguenze sulla qualità dei prodotti.
Reggio Emilia
Alcune notti in cui le temperature sono scese sotto lo zero hanno messo in allarme gli agricoltori, che dopo la siccità ora sono alle prese con le brinate che hanno causato danni importanti. L’anticipo della stagione primaverile ha fatto anticipare i cicli vegetativi delle piante, rendendole perciò più esposte all’improvviso calo di temperatura. Secondo le informazioni raccolte dalle associazioni aderenti ad Agrinsieme Reggio: ci sono zone dove i danni sono evidenti, altre dove potrebbero manifestarsi con qualche ritardo. In ogni caso, ci sono – a sprazzi – perdite evidenti su vite, fruttiferi, seminativi (in particolare mais da poco seminato), orticole come pomodoro da industria, ma anche su meloni e angurie. Secondo gli accertamenti di Confcooperative sulle 8 cantine sociali del nostro territorio, le gelate causeranno una perdita di quasi il 40% sul prossimo raccolto rispetto alle quantità del 2016. Le gelate, pur essendo estese all’intero territorio provinciale, hanno particolarmente e diffusamente colpito soprattutto la zona che si estende da Correggio sino all’intera fascia della pedecollina. Se non bastasse, il primo maggio una violenta grandinata ha colpito un’area della Bassa pianura comprendente i comuni di Boretto, Guastalla, Gualtieri e Novellara, causando danni consistenti.
Rimini
Fortunatamente fino ad ora nel nostro territorio non ci sono stati danni legati al maltempo. La produzione si mantiene stabile sui livelli dello scorso anno, a parte le albicocche. Il freddo infatti le ha colpite durante il periodo della fioritura e ne ha compromesso la produzione. Durante il riposo vegetativo, l’albicocco supera senza danni temperature di 10-15°C sotto zero. Diversamente i fiori e soprattutto i frutti appena formati sono molto sensibili agli abbassamenti termici e bastano poche ore sotto lo zero per provocare perdite di produzione.