Prima di tutto rivolgo un rapido sguardo al nuovo scenario dopo le elezioni Europee. A seguito della conferma di Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione europea, sono state formate le venti Commissioni del Parlamento di Strasburgo. Il mondo agricolo nazionale può contare ora su 15 rappresentanti tra i 49 membri della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (Comagri). Sono Herbert Dorfmann (Svp), tra i più esperti del settore primario, Sergio Berlato e Carlo Fidanza (FdI), Stefano Bonaccini (che provenendo da una regione a vocazione agricola ha maturato esperienza sul campo), Camilla Laureti e Dario Nardella del Pd, Salvatore De Meo (Fi), Raffaele Stancanelli (Lega), Cristina Guarda (Verdi).
Tra i membri sostituti gli italiani sono Nicola Procaccini e Francesco Ventola (FdI), Annalisa Corrado ed Elisabetta Gualmini (Pd), Isabella Tovaglieri (Lega), Giuseppe Antoci (M5S). Mentre stiamo per andare in stampa sono stati inoltre designati i componenti delle nuove Commissioni del Parlamento Ue. In particolare, Antonio Decaro e Veronika Vrecionova sono stati eletti rispettivamente presidente della Commissione Ambiente e presidente della Commissione Agricoltura. A tutti loro vanno gli auguri di buon lavoro, con la speranza che vi sia sempre più sensibilità verso un settore che non conosce tregua.
In proposito, ora abbiamo a che fare anche con le cavallette, tra le altre difficoltà. Si allargano, infatti, a dismisura le loro esigenze alimentari tant’è che, oltre ai medicai, stanno saccheggiando i frutteti ed i vigneti – ma anche orti – nelle colline della Romagna. Il numero elevato e la voracità di questi insetti è tale che ormai aggrediscono tutte le colture, pesche comprese, e se il fenomeno di proliferazione continua, di questo passo il rischio è che possano arrivare anche in pianura. In questi giorni le operazioni di raccolta frutta sono in corso e molti agricoltori si trovano a lottare contro il tempo a causa di un’invasione che non è più un’eccezione, ma da alcuni anni si ripropone puntualmente nel periodo estivo. Poi con la siccità le cavallette vanno dove trovano cibo. L’abbandono delle aree montane e collinari, quindi non più coltivate, aumenta la proliferazione delle cavallette che non trovano antagonisti naturali, spesso rappresentati da animali da cortile come le faraone che sono ghiotte di questi insetti. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di procedere alla delimitazione delle aree per la richiesta dello stato di calamità naturale ed è per questo che invitiamo gli agricoltori a segnalare gli attacchi da cavallette per agevolare la definizione della mappatura delle aree colpite.
A proposito di aree, occorre dare valore a quelle ‘interne’ portando servizi a questi luoghi, condizione necessaria per fare vivere e prosperare l’agricoltura. Occorre quindi investire sulle peculiarità agricole di ciascun territorio, mettere a terra modelli di aggregazione e processi di filiera in grado di stare in piedi da soli, perché forti di competenze e risorse indispensabili. Infine, va garantito il necessario adeguamento dei servizi essenziali, sanità e istruzione in primis, senza i quali vivere nelle zone rurali del Paese è praticamente impossibile.