
Dicembre 2014
PARMA – Di seguito pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Saverio Delsante, presidente dei giovani della Cia parmense, all’ultima Assemblea generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Intervengo per la prima volta in questa importante ‘Assemblea generale del Consorzio’, ho 29 anni, una laurea in Architettura, sono contitolare, insieme a mio padre, di un’azienda zootecnica alle porte della mia città.
Considerata la situazione economica attuale del nostro comparto, probabilmente in questo momento vi starete chiedendo il perché io sia qui a parlarvi, il motivo per cui un giovane abbia scelto di fare l’agricoltore nonostante fosse partito da un percorso di studi ben differente.
Il motivo principale per cui io e i miei colleghi qui presenti abbiamo scelto questa strada va ricercato nel fortissimo senso di responsabilità e di riconoscenza che dobbiamo verso di voi, che siete i nostri genitori ed i nostri nonni. Il vostro esempio imprenditoriale di dedizione e passione per il lavoro, il vostro naturale spirito di sacrificio, ci sono bastati per superare i preconcetti e le oggettive difficoltà che il nostro lavoro comporta.
Ma devo aggiungere che nella nostra decisione un ruolo di prim’ordine l’ha giocato la consapevolezza, e la possibilità, di potersi fregiare dell’orgoglio di essere produttori di un’assoluta eccellenza riconosciuta a livello mondiale: il nostro Parmigiano Reggiano.
Un marchio che è sempre spendibile in ogni chiacchierata in qualsiasi angolo del nostro Pianeta.
Ed è proprio questo il punto focale del mio pensiero.
Oggi la situazione del nostro formaggio la conosciamo tutti. Sappiamo che il rischio è di non riuscire a dare un futuro al prodotto. Non voglio, comunque, perdere tempo ad auto-commiserarmi.
Noi pensiamo che sia arrivato, anche forse un po’ in ritardo, il momento di fare sentire la nostra voce.
La situazione attuale non ci permette più di stare a guardare, di aspettare che la crisi faccia il suo tempo.
Siamo entrati nel mondo del lavoro in una situazione drammatica: giorno per giorno ci stiamo facendo risucchiare in un vortice senza uscita. Vortice sicuramente non generato da noi, del quale non vogliamo minimamente permettere ci vengano addossate delle responsabilità che non abbiamo.
Ed è proprio per questo che siamo ben consapevoli di avere il dovere morale di rappresentare il futuro del comparto, la linfa senza la quale non ci sarà più un Consorzio, un Alai, un direttore ed un’Assemblea generale ma, soprattutto, non ci sarà più un prodotto che ci ha fatto conoscere e invidiare dal mondo intero.
Mossi da questa forte convinzione vorremmo proporre alcuni punti all’attenzione del presidente, del Consiglio di Amministrazione e dell’Assemblea tutta: inserire all’interno del Cda almeno 2 esponenti giovani under 35.
Sicuramente questo sarà un passaggio burocratico non semplice, lo sappiamo, ma sarebbe estremamente lungimirante e di fondamentale importanza per avere futuri amministratori preparati e pronti al momento del bisogno;
Sviluppare una strategia di comunicazione interna efficiente, trasparente e trasversale che raggiunga ogni singolo allevatore; attualmente, infatti, si è nella condizione di ricevere quotidianamente notizie dubbie, spesso errate, che non fanno altro che creare anacronistiche divisioni, polemiche e tensioni.
Predisporre, come disciplinato dall’Art. 6 comma e) del nostro Statuto, un piano strategico di marketing a lungo termine investendo anche cospicue risorse del bilancio;
Lavorare fin da oggi alla definizione di una nuova strategia aziendale.
Dobbiamo avere la presa di coscienza che questa non è una crisi solo economica. Se così fosse, probabilmente sarebbe già superata. Questa, come sostengono autorevoli studiosi, prima di essere economica, è una crisi identitaria e di valori, politica e delle politiche, sociale e culturale dei Paesi occidentali. Sono quattro crisi in una, delle quali, forse, quella economica sarebbe paradossalmente la più facile da affrontare se non ci fossero le altre tre.
Il nostro Consorzio deve quindi ripensare la sua struttura organizzativa generale e la propria strategia di mercato, per ri-modellarsi, contrattaccare e sconfiggere questo momento buio della sua storia.
La sfida principale, a mio avviso, è e sarà questa!
Oggi nessuno di noi può illudersi che basti fare cose vecchie in modo nuovo, oppure cose nuove in modo vecchio. Oggi le grandi aziende, e noi lo siamo, devono avere la motivazione e le capacità di fare cose nuove in modo nuovo.
In ultimo, una provocazione: il Consorzio dovrebbe dare un contributo supplementare, o che ne so, uno sconto sulla marchiatura, alle aziende produttrici under 30 solo per avere dimostrato il coraggio, unito forse anche ad un po’ di incoscienza, di provare a cercare di impedire che venga messa la parola fine ad una storia millenaria di cui noi siamo ancora gli attori principali.



