Luglio 2015
REGGIO EMILIA – Come sostenere un sistema universale che garantisce prestazioni sanitarie in modo uguale a tutti i cittadini pur avendo meno risorse disponibili? Questa la domanda centrale alla quale il convegno “Sanità pubblica: difficoltà e prospettive” promosso dal Cupla, Coordinamento provinciale dei Pensionati del Lavoro Autonomo, ha cercato di dare delle risposte
grazie alla presenza dei massimi dirigenti sanitari provinciali. I lavori sono stati presieduti da Deanna Ferrari, vice presidente Anp-Cia e coordinatrice Cupla. Secondo la dott.ssa Antonella Messori, direttore generale Azienda ospedaliera SMN di Reggio Emilia, la sostenibilità dei sistemi sanitari richiede più attenzione alla prevenzione, ad una responsabilizzazione dei cittadini nell’uso dei servizi e ad un’innovazione dei servizi con attenzione alla centralità dei pazienti, a modalità innovative nella gestione delle patologie croniche e all’uso efficiente delle risorse a disposizione. Altro tema centrale è quello delle liste d’attesa perché costituiscono un bisogno crescente per il cittadino. Reggio Emilia è al secondo posto in regione per efficienza ed è anche la provincia che spende di più per la specialistica ambulatoriale.
“Normalmente il cittadino identifica la sanità solo con l’ospedale – ha sottolineato il dott. Fausto Nicolini, Direttore generale Azienda Usl di Reggio Emilia – in realtà la degenza ospedaliera assorbe meno del 40% dei costi pro capite della popolazione. Il restante 60 va per tutti gli altri servizi, dai territoriali alla salute mentale, dalle dipendenze ai sistemi di consultorio, alla farmaceutica, agli anziani nelle case protette”.
Di particolare rilevanza è la creazione delle case della salute, luoghi fisici in cui i servizi delle cure primarie e del territorio si aggregano per dare risposte al cittadino. I medici di medicina generale dovranno uscire dall’isolamento del loro ambulatorio e dialogare con infermieri, assistenti sociali, specialisti per curare i pazienti.
“Confermiamo il nostro impegno a sostegno della sanità pubblica – ha concluso il presidente Cupla Sergio Cavallini – convinti che un importante stimolo su qualità e costi delle prestazioni può venire anche dalla sanità privata. Per i pensionati è fondamentale essere a conoscenza di tutte le possibilità esistenti e sulla direzione che si vorrà intraprendere per soddisfare i bisogni della fascia più debole della popolazione”.