Dicembre 2014
Manuela Guidi
Si è svolto a Cesena, alla fine di ottobre, organizzato dal Cupla di Forlì-Cesena, un convegno sul gioco d’azzardo.
Può sembrare strano l’argomento per Agrimpresa ma, in realtà, le vittime della febbre da gioco sono trasversali a tutte le età, compresa quella dei pensionati. È un business che raggiunge un fatturato di 90 miliardi, un settore con 6.000 aziende che tiene occupati 120 mila addetti.
L’industria del gioco d’azzardo fa guadagnare all’Italia il primo posto in Europa ed un terzo posto nella classifica dei Paesi che giocano di più al mondo.
Ma è anche un fenomeno sociale, una piaga sociale, che coinvolge e si diffonde principalmente tra bassi redditi e colpisce persone particolarmente vulnerabili: precari, disoccupati, casalinghe, pensionati. Oltre un milione e settecentomila alle prese con la ludopatia sono anziani, inconsapevoli di mettere a duro rischio la serenità, i legami e la sicurezza di molte famiglie. Uno scenario allarmante che ha spinto il Cupla di Forlì-Cesena a cercare di comprendere quanto il rischio del gioco sia diffuso tra la popolazione anziana del territorio.
In collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Uos di Cesena, il Cupla ha svolto una indagine, distribuendo ai propri soci questionari anonimi che hanno permesso di far luce su un fenomeno sociale complesso e spesso sommerso. Hanno presentato lo studio Silvana Grandi, ordinario di Psicologia clinica della Università di Bologna; Eliana Tossani, ricercatrice al Dipartimento di Psicologia dell’Alma Mater e Michele Sanza, direttore del programma Dipendenze patologiche Unità Operativa Ser.T Ausl Romagna, che tra l’altro ha rilevato come il numero di utenti Gap (Giocatori d’azzardo patologici) in carico sono aumentati vertiginosamente: nel 2013 ci sono stati 43 soggetti in carico.
“La nostra ricerca – ha spiegato Grandi – ha tentato di affrontare in modo non cattedratico il problema delle ludopatie tra la popolazione anziana, una delle categorie sociali più a rischio, per contrastare le forme problematiche del fenomeno che possono sfociare in veri e propri disturbi”.
“Il Comune di Cesena – ha dichiarato Simona Benedetti, assessore comunale al Welfare – vanta una rete sinergica, non solo istituzionale ma anche associazionistica, che collabora per arginare il fenomeno, ne è un esempio la campagna di sensibilizzazione a favore del buon gioco, invitando gli stessi cittadini a premiare con le proprie scelte gli esercizi commerciali che rinunciano alle slot”.
“Il nostro obiettivo – ha concluso Cesare Garavini, presidente Cupla – è far sì che il gioco ritrovi la sua dimensione ludica di passatempo e divertimento, coinvolgendo anche il Comune, ad aprire un dibattito a più voci, per trovare soluzioni a questa dilagante piaga sociale, magari prevedendo detrazioni fiscali per gli esercizi pubblici che rinunciano alle macchinette, introducendo la tracciabilità della giocata, destinando parte degli introiti dei premi non riscossi ad attività di ricerca e di aiuto ai giocatori con alto rischio di dipendenza, garantendo forme di reale vigilanza a tutela dei minori. Scopo di questo incontro è quello di essere più sensibilizzati e più coscienti del rischio ludopatia; il Cupla vuol far crescere tra le persone, tra i suoi soci, tra i suoi pensionati, la consapevolezza di quanto possa essere facile e al contempo pericoloso cadere nei rischi del gioco d’azzardo e poter conoscere gli effetti di un fenomeno così dilagante e incontrollabile, al fine di utilizzare tutte le strategie efficaci che possono esistere per raffrontarlo”.