Il miglioramento genetico ci salverà - Agrimpresaonline Webzine

Il miglioramento genetico ci salverà

Claudio Ferri

Claudio Ferri

I mesi primaverili sono imprevedibili sotto il profilo climatico e l’uomo ha dimestichezza con mutamenti improvvisi che caratterizzano soprattutto marzo e aprile, stagioni connotate da ‘meteosorprese’. Ne è una prova la nevicata in Romagna del 18 marzo scorso che ha imbiancato i frutteti in piena antesi.

Non è il vento o la pioggia pazzerella che preoccupa l’agricoltura – anzi, di acqua ce n’è sempre più bisogno – ma sono i fenomeni estremi quelli più temuti. Sono le precipitazioni intense e violente, quelle che ormai conosciamo come ‘bombe d’acqua’, che mettono in crisi i sistemi idrici e destabilizzano gli ordinamenti colturali. Non meno devastanti sono le alte temperature di fine inverno che si alternano alle gelate: non c’è nulla di più pernicioso per quelle colture che hanno anticipato i ritmi biologici per poi essere decimate dall’ondata di freddo.

Le conseguenze sono ben note ai frutticoltori che conoscono questo fenomeno, e che un tempo tentavano di arginare con abbruciamenti di materiali in grado di produrre calore e fumo alzando la temperatura per evitare l’allessamento dei fiori. Il 2020 non è rimasto indenne da questi fenomeni naturali e la frutticoltura ne ha pagato le conseguenze, nonostante gli accorgimenti adottati dai produttori.

Purtroppo, non bastano le buone operazioni agronomiche e nemmeno le polizze assicurative a colmare le perdite (e i vuoti produttivi) dei raccolti. Sulla copertura dei rischi da gelate qualcosa è stato fatto: Condifesa Ravenna, ad esempio, ha raggiunto un accordo normativo e tariffario con alcuni gruppi assicurativi e dal 26 febbraio era possibile mettere in copertura le produzioni contro le avversità atmosferiche, ma con costi elevati. Il ricorso alle polizze non può essere una soluzione definitiva, ma solo un accorgimento per casi estremi, perché il cambiamento climatico è una condizione consolidata, che stride con il sostantivo ‘cambiamento’.

L’esempio più comune è il danno che le gelate arrecano agli albicocchi in piena antesi, un fenomeno che si rinnova ormai da diversi anni e che solo la genetica e la ricerca varietale ormai possono contrastare. Sono allo studio varietà resistenti e con caratteristiche tali da poter affrontare i rischi da freddo, e comunque capaci di consolidare quelle caratteristiche di rusticità necessarie anche per le patologie fungine, oltre che essere meno attrattive nei confronti dei parassiti.

Università, centri di ricerca (in questo numero di Agrimpresa ospitiamo un articolo del Centro di produzione vegetale di Cesena) e vivaisti devono cooperare per raggiungere questo ambizioso, ma non impossibile, obiettivo.
Le attività produttive, nel loro insieme, contribuiscono ai mutamenti del clima, ma è l’ambiente – e l’agricoltura, che non può fare a meno di questo bene per produrre derrate alimentari – che subisce le conseguenze maggiori.

cambiamento climatico

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