Alessandra Giovannini
BOLOGNA – “Sarebbe bello – si augura Claudio Buscaroli, responsabile Rinova del progetto Merr – che la mela Rosa Romana potesse essere reintrodotta nei territori a lei più congeniali. Coltivare nuovamente questo frutto antico, si parla di migliaia di anni, vorrebbe significare fare una produzione di nicchia, e poterle riassaggiare vorrebbe anche dire ritrovare sapori antichi e conservare le tradizioni secolari del territorio”.
Il progetto Merr ha preso il via a maggio del 2021 grazie a Rinova, all’Università degli Studi di Bologna, al Gal dell’Appennino Bolognese e a due associazioni di produttori del bolognesi per il recupero, il rilancio e lo sviluppo di nuove varietà resistenti al cambiamento climatico. È un frutto diverso da quelli cui siamo abituati, ha una forma schiacciata e, a differenza delle mele moderne, è meno croccante e succosa ma compatta, ha un sapore e un aroma di gran lunga superiore che colpiscono fin dal primo morso.
E c’è anche altro. “Il recupero di un frutto storico come la mela Rosa Romana – spiega il prof. Luca Dondini, docente di biotecnologia vegetale e pomologia dell’Università di Bologna e responsabile scientifico del progetto Merr – tocca aspetti di grande attualità: dalla tutela della biodiversità disponibile all’utilizzo di varietà antiche per il miglioramento genetico per ottenere nuove varietà che siano resilienti, come le varietà che sono sopravvissute per migliaia di anni, adattandosi a climi mutevoli e imprevedibili”.
Un progetto che dà anche altre notizie utili. “Proprio durante l’operazione di censimento di tutti gli alberi antichi di questa varietà di mela – prosegue Buscaroli -, abbiamo trovato altre varietà antiche autoctone di meli come la Musona Verde, la Lavina, la Cavicchio, la Ruggine. Un patrimonio che non deve essere abbandonato. Proprio per questo, abbiamo proposto all’Unesco di far diventare gli alberi secolari della mela Rosa Romana patrimonio dell’Umanità. Inoltre, è una mela particolarmente adatta per essere cotta, si conserva anche sei mesi fuori frigo e questo è un aspetto che piace molto ai cuochi.
Oggi è iscritta all’Arca del Gusto, il progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, un catalogo di prodotti che appartengono alla cultura e alle tradizioni di tutto il mondo e che rischiano di scomparire, noi puntiamo a farla diventare prodotto Slow Food.
Accanto ad albicocche, pesche, kiwi e marroni, potrebbero crescere nuovamente le antiche mele rosa romane. Per aggiungere nuovi nomi alla nostra lista, chiediamo a chiunque abbia nei propri terreni questi esemplari, di segnalarcelo. Lo può fare scrivendo a cbuscaroli@rinova.eu. L’aiuto di tutti è fondamentale”.