Miriana Onofri, presidente Donne in Campo Emilia Romagna
Le imprenditrici agricole sono più di 250mila a livello nazionale, 16.000 delle quali operano in Emilia Romagna: molte sono condotte da under 35 e le donne impegnate nelle aziende agricole aderenti a Cia sono il 31,8% del totale. Gli obiettivi di Donne in Campo sono di tutelare il ruolo della donna in agricoltura, garantire un reddito paritario e dei servizi efficienti nelle aree rurali, assicurare salute e prevenzione della donna. Inoltre, attraverso le fattorie didattiche (siamo firmatarie della legge regionale), cooperative sociali e agriturismi, ci occupiamo di educazione alimentare e sostegno al tessuto sociale e scolastico nei nostri territori.
Infine, la nostra associazione investe nella tutela e valorizzazione dei prodotti tipici Igp e Dop come traino dell’agroalimentare, a garanzia di una sicurezza alimentare che portiamo sulle mense di tutto il mondo. Le imprese ‘rosa’ svolgono un’attività di custodia e presidio del territorio, spesso fatta per scelta, perché la passione di noi agricoltrici è quella di essere legate all’amore per la terra, ai principi della nostra famiglia e alle nostre tradizioni. Crediamo fermamente che investire nelle piccole e medie imprese e sostenere questi progetti significa dare una certezza per il futuro non solo di produttività, competizione e innovazione, ma di qualità della vita.
Le imprese a guida femminile sono le più innovative e resilienti: un elemento prezioso se si vuole ragionare in un’ottica di ripresa sostenibile, di lotta ai cambiamenti climatici, di biodiversità e cura del territorio, che sono punti chiave per la ripartenza del settore. Questa è una resilienza che però non può bastare di fronte alle carenze dei diritti e dei servizi che ancor oggi permangono, ed ecco che Donne in Campo chiede che i Fondi del Pnrr, il Governo e l’Europa vadano a favorire l’occupazione femminile e che venga applicata la legge che prevede la parità salariale, che venga azzerata la percentuale di incolto sulle nostre terre e che si investa nel potenziamento dei servizi alla persona. Naturalmente serve anche un rilancio produttivo, sulla redditualità delle nostre aziende agricole e sulle nuove opportunità in campo colturale.
Ci teniamo a condividere i titoli dei convegni che Donne in Campo Emilia Romagna ha realizzato nel 2023 e che rappresentano la nostra carta d’identità: “Le sfumature della canapa”– festa della donna rurale al Museo di San Marino di Bentivoglio (Bologna), “L’innovazione sostenibile” – agricoltura sociale e le sfide dell’imprenditoria femminile all’istituto agrario Solari di Fidenza (Parma), “La Buona Salute inizia in Campo” – prevenzione, benessere e salute con Associazione Lilt al Museo di San Marino di Bentivoglio (Bologna), “L’Agricoltura siamo Noi” – custodi del territorio, costruttrici di intere comunità all’Istituto agrario Garibaldi Da Vinci di Cesena.
La legge finanziaria, approvata recentemente dal Governo, penalizza e compromette in modo imperativo e discriminatorio l’Opzione donna, sia dal punto di vista pensionistico sia dei servizi pubblici rivolti alla società di genere e, al tempo stesso, la mancanza di valorizzazione del ruolo della donna nella società rurale.
In questo momento di crisi del settore primario auspico che tutti i livelli, da quelli provinciali, ai regionali, ai nazionali si accompagnino congiuntamente per portare in Europa le nostre istanze all’Ente preposto (Copa-Cogeca), insieme a Cia nazionale.