L’indicazione di origine è obbligatoria per la carne trasformata

Febbraio 2015

Carla Cavallini

L’Europarlamento vuole l’indicazione di origine obbligatoria per la carne contenuta in prodotti come piatti pronti e surgelati, dalle lasagne agli hamburger.

Ad approvare la richiesta di nuove regole è stata la maggioranza dell’Assemblea di Strasburgo con 460 voti a favore, 204 contrari e 33 astenuti, dopo che la sua commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare aveva chiesto alla Commissione europea di adottare nuove misure legislative sulle etichette alimentari, per rendere obbligatoria la dichiarazione del paese d’origine della carne utilizzata nei prodotti trasformati.
Questo al fine di offrire maggiore trasparenza all’interno della filiera alimentare, oltre che informare i consumatori europei al meglio, riconquistando la loro fiducia in seguito allo scandalo della carne di cavallo e altre frodi.

L’Europarlamento risponde così all’operazione “trasparenza” richiesta dal 90% dei consumatori, a seguito dello scandalo “delle lasagne” del 2013. Dopo l’etichetta d’origine obbligatoria per la carne fresca o congelata di manzo, estesa da aprile 2015 a polli, maiali, pecore e capre, ora gli eurodeputati chiedono di attuare lo stesso sistema anche per la carne usata come ingrediente nei prodotti trasformati.

Un obbligo il cui impatto economico sulle aziende sarà il nodo da sciogliere nella partita aperta fra l’industria, che ne fa una questione di costi, e i consumatori, che vogliono conoscere la provenienza di quello che mangiano, anche in considerazione del fatto che mediamente da un 30% a un 50% – dipende dal paese – della carne nell’Unione europea viene trasformata.

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