La passione per le piante grasse diventa un lavoro

Cristian Calestani

TRAVERSETOLO (Parma) – “Le piante grasse ottimizzano quello che c’è. Sono lente, resistenti ed aspettano i nostri tempi. A me hanno aspettato a lungo”. Racconta la sua storia Milla Boschi, 58 anni, aprendo l’uscio del suo scrigno, la serra dell’azienda agricola florovivaistica Castellaro di Bannone di Traversetolo, ai piedi delle colline parmensi. “Nel 2002, a 42 anni, un intervento per una protesi all’anca mi ha cambiato la vita”. Da quel momento non ha più potuto lavorare nella stalla a fianco del marito Mario Ponticelli, 64 anni, e per diversi mesi non ha potuto camminare. Ma il mondo non è crollato. Milla si è fatta forza e da uno stop inaspettato ha trovato il coraggio per fare della sua passione un lavoro, avviando un’insolita serra di piante grasse nella terra del parmigiano e del prosciutto. Una scelta audace, la sua, ma frutto di un amore a prima vista.

“A 21 anni – racconta – acquistai la mia prima pianta grassa, un’euphorbia obesa. Mi appassionai ed iniziai una vera e propria collezione. Quando aprii la serra di piante grasse madri ne avevo circa 700. Iniziai a raccogliere semi e talee ed oggi di piante ne ho migliaia, le più anziane hanno più di quarant’anni”. Di ognuna conosce la storia: “Ogni pianta – spiega – nel suo paese d’origine ha un uso, spesso anche di tipo alimentare o medicale”.

Milla sa benissimo di curare un prodotto di nicchia. “La vendita diretta qui sul posto non è facile – rivela -. Per dieci anni ho partecipato anche a vari mercatini. Ma da un po’ di tempo le energie ho deciso di convogliarle sul sito internet, sulle vendite on-line e sul mio blog (millaboschi.com)”. Ed è proprio sul blog che Milla, appassionata di lettura e scrittura, prende per mano il collezionista appassionato o il neofita per condurli alla scoperta dei suoi lavori in serra. “La mia è un’impresa anomala, lo so – ribadisce -. Ma siamo sempre in cammino. La nostra azienda è sempre stata in evoluzione. Oggi coltiviamo grano e foraggio, abbiamo l’uva e dal 2012 anche un bed&breakfast con sei posti letto”.

Prendersi un po’ di tempo libero è il modo migliore per visitare l’azienda Castellaro. A tutto il resto, tra aneddoti e curiosità, pensano Milla e Mario.

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