Le priorità del ‘Primario’

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Stefano Francia, Presidente Cia Emilia Romagna

L’Assemblea annuale rappresenta un momento di riflessione del Sistema Cia, ma soprattutto porta a sintesi le proposte, contenute in un articolato documento, per intervenire sulle criticità del settore Primario, molte delle quali accomunano l’intera Penisola.

Innanzitutto, lo sguardo va alle opportunità offerte dall’Europa: va assicurato un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse comunitarie a partire dalla spesa stanziata dal Ngeu a favore del Pnrr dell’Italia. È necessario accelerare su alcune misure legate all’agricoltura e ai sistemi rurali, così come lavorare in sede Ue a una rimodulazione delle scelte nazionali e a una proroga delle scadenze concordate. Poi nel prossimo Quadro finanziario Pluriennale dell’Unione va reso operativo il processo di condivisione tra i vari Fondi e le politiche a sostegno di imprese e territori rurali. Una condizione, quest’ultima, necessaria per garantire la continuità del settore.

Riguardo alle alluvioni, va data priorità agli interventi per evitare i disastri sotto gli occhi di tutti mentre, all’opposto, contro i fenomeni di siccità prolungata vanno messi in atto tutto i sistemi di trattenimento della risorsa idrica, ma pensare anche ad un riutilizzo delle acque reflue opportunamente bonificate.

Parallelamente c’è da potenziare la gestione del rischio per dare maggiore resilienza alle imprese nei confronti del cambiamento climatico. Da tempo sottolineiamo l’importanza di valorizzare le aree interne, una risorsa che contribuisce al contrasto del dissesto. Questi territori sono fragili e svantaggiati, dove l’invecchiamento della popolazione e l’abbandono è più marcato, generando preoccupazione per la tenuta sociale, economica e ambientale. Sono quindi cruciali per la tenuta complessiva del sistema nazionale, fattori su cui puntare per promuovere un effettivo rilancio di questi territori, ad oggi strategici per il ri-orientamento dei modelli economici e dell’organizzazione sociale e territoriale del Paese. Di pari passo va il riconoscimento e la valorizzazione dell’agricoltura familiare, una dimensione di imprese agricole che hanno un ruolo chiave nel mantenere vitali queste aree.

Va inoltre riconosciuto il valore generato dall’agricoltura nella filiera agroalimentare e si devono introdurre politiche per tutelare, salvaguardare e promuovere il valore realizzato dall’agricoltura all’interno della stessa.

Infine c’è un tema gravoso della fauna selvatica, a partire dalla diffusione della Psa. Poi le specie che arrecano danni compromettono la redditività delle aziende, alterando gli ecosistemi e minacciano la biodiversità. È fondamentale adottare politiche di gestione attiva per controllare la fauna selvatica, al contempo occorre riformare la normativa nazionale così da unificare le misure a livello regionale e superare le attuali limitazioni sui risarcimenti.

È necessario dissociare il risarcimento dei danni in agricoltura dal mondo venatorio. Il ‘Fondo indennizzi’ si è rivelato insufficiente per coprire danni che sono ormai difficilmente quantificabili. Il termine ‘risarcimento’, poi, deve implicare un ristoro effettivo per le aziende danneggiate, includendo sia i danni diretti che indiretti, evitando che si tratti di un semplice contributo parziale.

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