Marzo 2016
Claudio Ferri
La notizia positiva è che le esportazioni italiane di vino, in termini di valore, nel 2015 sono aumentate del 6%. Al contrario i volumi sono in calo, con differenziazioni anche importanti su tipologie di vini e destinazione degli stessi.
Il grande mercato della bevanda alcolica tra le più amate del mondo è in continua evoluzione dove a dettare legge sono sicuramente i consumatori con le loro preferenze e predisposizioni, ma ad interferire sono anche il clima politico internazionale, la crisi petrolifera, le tensioni in alcune aree nell’Europa dell’est. Ai produttori è ben chiaro il concetto che le certezze per il futuro di questo settore non esistono, se non quelle che impongono un costante aggiornamento nella innovazione varietale, nelle linee di prodotto e nel mantenere saldamente le posizioni acquisite sui mercati.
I grandi gruppi vinicoli rilevano, in questo contesto, alcune sfumature nelle tendenze dei consumi (e del mercato) che si possono sintetizzare in questo modo: la situazione per i vini ‘fermi’ è sostanzialmente stabile mentre va meglio per le ‘bollicine’ che, con il prosecco in testa, sembrano non conoscere crisi. Per concludere questo sintetico quadro, le concessioni per i nuovi impianti – pari all’1% della superficie totale riscontrata a schedario viticolo nazionale – nel 2016 gli ettari assegnabili saranno pari a circa 6.400. I produttori che entreranno in possesso dei diritti dovranno ora scegliere i vitigni da mettere a dimora per rispondere alle richieste dei difficili mercati.
Buona fortuna.



