Luca Soliani
Roncolo (Reggio Emilia) – Il biologico non è solo ortofrutta, miele, produzioni di nicchie ristrette.
Sul territorio reggiano c’è un’azienda agricola zootecnica che produce latte biologico per il Parmigiano Reggiano, una vera e propria eccellenza nell’eccellenza. “Alleviamo 180 vacche di razza frisona”, inizia a spiegare il titolare Silvio Ceccardi, che conduce l’azienda agricola insieme alla moglie Fulvia Munarini.
L’impresa è stata messa in piedi nel 1973 a Roncolo (Quattro Castella) dai suoi genitori e quest’anno taglia dunque un importante traguardo: i primi cinquant’anni. “Siamo orgogliosi di condurre una realtà come la nostra che fa del benessere animale, della salubrità dei prodotti, della salvaguardia dell’ambiente e dell’attenzione a bimbi e anziani i suoi punti di riferimento. L’azienda si estende su 50 ettari dislocati sulle meravigliose colline Matildiche tra prati stabili, medicai e frumenti. Tutti, naturalmente, coltivati biologicamente.
“La scelta del biologico – prosegue Silvio – l’ho presa insieme a mia moglie nel 2014. Abbiamo iniziato dai terreni, dalle coltivazioni e poi l’abbiamo ampliata a tutta l’azienda. Ci crediamo fortemente e siamo determinati ad andare avanti”.
Tutte le Frisone vengono allevate seguendo i rigidi parametri del biologico: “È una razza delicata ma dà grandi soddisfazioni – rimarca il titolare -. Nella nostra azienda agricola le mucche possono pascolare libere in appositi recinti, siamo particolarmente attenti al loro benessere e loro ci ricompensano con una grande produzione di latte di qualità.
La produzione annua è di circa 8mila quintali che vengono utilizzati per la produzione di circa 1.600 forme”. Tutto il latte viene conferito alla latteria Campola di Vezzano sul Crostolo, dove viene fatto il Parmigiano Reggiano biologico marchiato ‘Fattoria Alex’. “È una grandissima soddisfazione vedere in vendita il nostro formaggio – rimarcano Silvio e Fulvia -: ha un sapore meraviglioso, un connubio perfetto tra questo bellissimo territorio matildico e il benessere dei nostri animali”.
Ma non solo mucche. Nei grandi spazi di fattoria Alex convivono serenamente tantissimi animali. “I primi a salutarvi saranno i nostri coniglietti, amanti delle pennichelle al sole e delle coccole – sorride Fulvia -. Poi troverete le mucche al pascolo, un riparo per i nostri cavalli, un gigantesco bue, un maiale domestico, tante caprette, asini, oche, pecore, faraone, galline”.
Fulvia è la responsabile della fattoria didattica: “Abbiamo iniziato nel 2019 puntando sulla didattica per bambini, siamo convinti che ci sia sempre più bisogno di un contatto diretto dei più piccoli e delle famiglie con la realtà contadina che pare essere sempre più sconosciuta dai cittadini. Abbiamo ottenuto fin da subito un bel successo”.
‘Fattoria Alex’ favorisce tantissimo “il contatto diretto dei bambini con gli animali. I piccoli non guardano semplicemente a distanza ma vengono coinvolti in attività che li fanno interagire: li facciamo entrare nei recinti e facciamo svolgere – naturalmente calibrata sulla loro età – l’attività che svolge quotidianamente un allevatore. E, quindi, danno il latte coi biberon ai vitellini, con le carriole portano il foraggio alle mucche, e con le palette facciamo dare le granaglie alle galline. Nel contempo, spieghiamo loro da dove viene il cibo che forniscono e perché è importante. Imparano divertendosi”.
Ma non è finita. Nell’azienda agricola viene anche praticata “la pet therapy con i vitelli ma soprattutto i conigli. Abbiamo visto che riscuote tantissimo successo: i bambini capiscono il senso della responsabilità di avere in braccio un animaletto così delicato e rimangono molto impressionati dal contatto con un animale morbido che si muove e non è un peluche”. Fulvia ha un passato da infermiera. E per questo ha allargato le attività “anche alle persone disabili e agli anziani che vivono nelle case di riposo. Vedere i loro occhi illuminarsi mentre entrano in contatto con gli animali riempie il cuore”. ‘Fattoria Alex’ è anche solidarietà.
Subito dopo l’alluvione ha, infatti, deciso di devolvere gli incassi (oltre 600 famiglie) di un weekend didattico per comprare due carichi di foraggio che sono stati poi donati a un’azienda agricola di cavalli da corsa a Portico di Romagna (Forlì-Cesena). Il carico è stato quanto mai provvidenziale perché l’azienda era ormai a secco di foraggio a causa della impossibilità di reperirlo per le frane che hanno martoriato una vastissima area di campi.