Mirko Bacchiavini – Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia
Le aziende agricole, al pari di altre realtà produttive, a margine del loro normale ciclo produttivo, si trovano con il dover gestire materiali di scarto che l’attuale normativa definisce “rifiuti speciali”. Questi rifiuti devono essere gestiti con tempi certi, tracciando il loro percorso e sostenendone la spesa.
In provincia di Reggio Emilia dalla fine degli anni ‘90 si sono succeduti una serie di accordi di programma per la gestione dei rifiuti agricoli, strumenti via via implementati e modificati in funzione delle leggi ambientali e delle esigenze delle imprese agricole.
L’Accordo vigente del 2015 è finalizzato ad assicurare al mondo agricolo reggiano uno strumento organico per una corretta ed efficace gestione dei propri rifiuti speciali allo scopo di garantire un elevato livello di tutela ambientale.
Questo strumento ha unito più soggetti: a livello istituzionale l’assessorato ambiente della Regione Emilia Romagna, seguito dal Consorzio Fitosanitario provinciale di Reggio Emilia quale ente tecnico territoriale che coordina, controlla e partecipa finanziariamente alle spese di smaltimento e/o recupero; le associazioni agricole reggiane, vera e propria cinghia di trasmissione tra le esigenze degli agricoltori e i tavoli politico-istituzionali, le due organizzazioni cooperative, che curano gli interessi della fitta rete di cooperative agricole di cui storicamente il nostro territorio è protagonista; ed infine le due multiservizi che in provincia si occupano materialmente della raccolta dello smaltimento dei rifiuti: Iren Ambiente spa per trentaquattro comuni e SABar Servizi srl. per gli altri otto comuni della Bassa.
L’Accordo di programma attualmente in vigore, riservato esclusivamente alle aziende agricole con sede produttiva in provincia di Reggio Emilia, interessa dodici tipologie di rifiuti speciali.
Negli anni la quantità di rifiuti gestiti in provincia per mezzo degli accordi oscilla tra le mille e le 1200 tonnellate. Numeri che con orgoglio possiamo affermare essere un vero e proprio fiore all’occhiello per la nostra provincia ed esempio di una buona sinergia fra pubblico, privato e aziende agricole.
Fra tutti spiccano con preponderanza le plastiche agricole (Cer 02.01.04) che rappresentano da sole oltre il 90% delle 1074 tonnellate raccolte nel 2023. Si tratta di un rifiuto la cui origine non potrebbe essere la più varia: certamente le reti usate per fasciare paglia e foraggi di ambito zootecnico, ma anche i teli per la copertura delle serre e le pacciamature usati per le pregiate produzioni orticole, quindi le manichette per l’irrigazione e da ultimo le plastiche per la protezione delle giovani piantine.
La voluminosa produzione di questi rifiuti plastici in funzione della loro possibile riduzione, è stata recentemente oggetto di una serie di convegni organizzati nell’ambito del Goi “Plastic Less Milk Sustainability”. L’ultimo evento si è tenuto lo scorso 5 marzo presso il Tecnopolo riunendo i vari soggetti della filiera: a monte i produttori di plastiche tecnologiche, seguiti dalle grandi realtà imprenditoriali fruitrici di questi mezzi, il Crpa di Reggio Emilia quale centro di ricerca e sviluppo, e a chiudere il Consorzio Fitosanitario che ha illustrato la propria esperienza a valle quando questi materiali, una volta che hanno adempiuto al loro scopo, diventano veri e propri rifiuti.
Per le aziende con sede produttiva nei comuni serviti da Iren Ambiente la raccolta è organizzata direttamente in azienda con mezzi messi a disposizione dalla multiservizi; altresì, per le aziende servite da SABar Servizi, l’azienda agricola per i soli rifiuti speciali non pericolosi può scegliere di provvedere essa stessa al trasporto con mezzi propri verso la sede di Novellara, previo appuntamento e compilazione del formulario identificazione rifiuti, per gli altri rifiuti speciali pericolosi resta la raccolta diretta con mezzi di SABar.
Per gli agricoltori soci di cooperative agricole o di consorzi agrari, si pensi a titolo di esempio alle cantine e ai caseifici sociali, o altre realtà di aggregazione cooperativa, è possibile organizzare una raccolta collettiva dei rifiuti agricoli di ciascuna azienda eleggendo la sede della propria società cooperativa come punto di raccolta temporaneo e facendo gestire la raccolta alle due multiservizi competenti per area. Le raccolte per mezzo degli accordi di programma, specialmente per le piccole e microimprese, sono e restano una soluzione efficace, economica e confacente al complesso quadro normativo vigente. I numeri delle raccolte e il sempre maggiore numero di aziende agricole che si approcciano ai servizi messi loro a disposizione, sono la migliore riprova che il tessuto agricolo reggiano riconosce in questa opportunità una valida soluzione per la gestione dei propri rifiuti, e di questo noi tutti possiamo andarne veramente fieri.