Parco Appennino: nasce una consulta per il controllo di lupi e cani randagi

Maggio 2016

LIGONCHIO (Reggio Emilia) – È tra due azioni che intende muoversi il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano per il controllo del lupo e dei cani randagi: protezione di una specie importante per legge, ma anche tutela dagli squilibri e dai potenziali rischi, che se non riguardano l’uomo direttamente, sono comunque legati agli animali domestici e di allevamento, dovuti alla presenza del lupo ormai molto diffusa sul territorio.

Per questo il Parco ha voluto la nascita di un Comitato consultivo aperto, per avviare un percorso decisionale condiviso con le autorità locali, i tecnici del settore e più in generale tutti coloro che rappresentano gruppi d’interesse, per arrivare ad approvare un piano “condiviso” per la “gestione del lupo” in generale e per il problema dell’ibridazione lupo/cane in particolare.

Sulla situazione della diffusione del lupo, e sulla sua percezione come un pericolo, è intervenuto il direttore del Parco, Giuseppe Vignali, a partire da episodi verificatisi in montagna in cui sono stati uccisi cani domestici: “Gli avvistamenti e le presenze non più eccezionali di lupi in prossimità di nuclei abitati della montagna e della collina sono un dato di fatto che segnala la necessità di monitorare attentamente non solo la diffusione sul territorio della specie lupo, ma anche i suoi comportamenti e i rapporti da sempre non semplici di convivenza con le attività economiche ed umane. L’obiettivo del Parco è ridurre i rischi di ibridazione con altri canidi, oltreché per prevenire e all’occorrenza risarcire le predazioni di ovini e in generale di bestiame da allevamento.
Destano crescente preoccupazione sul territorio gli episodi ripetuti di predazione di cani e animali domestici nei pressi delle abitazioni. Non emergono ad oggi – prosegue Vignali – pericoli apprezzabili e concreti per la sicurezza delle persone, né localmente né a livello nazionale. Si rileva tuttavia la necessità di adottare comportamenti e misure di prevenzione per la tutela degli animali domestici, come già è stato fatto per gli allevamenti ovini”.

L’adozione di alcune semplici misure, secondo il direttore del Parco può ridurre notevolmente questo rischio: proteggere con idonee recinzioni o altro genere di barriere o elementi dissuasori acustici o luminosi gli spazi utilizzati dagli animali domestici nelle ore serali e notturne, ne è un esempio.

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