Salvatore Agresta
DALLA REDAZIONE – Sono passati 24 anni da quando nel maggio 2001 il Decreto Legislativo n. 228, all’articolo 4, ufficializzava la possibilità da parte degli imprenditori agricoli di poter fare vendita diretta ovvero, vendere direttamente al consumatore finale, le proprie produzioni agricole, siano esse fresche o trasformate.
Con un passo lento ma inesorabile, la vendita diretta è diventata un’attività a cui le imprese agricole piccole o più strutturate, hanno strizzato l’occhio in modo da poter integrare il reddito d’impresa, fino a diventare attività quasi del tutto esclusiva.
Abbiamo incontrato due aziende ubicate a Castenaso e a Borgo Panigale, nel territorio provinciale di Bologna. Sono gestite da un’imprenditrice e un imprenditore entrambi under 40, con una visione decisamente “nuova”. Si parte, infatti, dall’idea di staccarsi dal fare agricoltura tradizionale, con la conseguente commercializzazione che vede il conferimento a grossista o a struttura cooperativa di commercializzazione, accorciando la filiera e provvedendo a vendere direttamente al consumatore finale le proprie produzioni saltando, in questo modo, i passaggi intermedi.
L’azienda agricola “Zarri” di Ambra Grossi è a Castenaso in via Albertazzi, a Sud dell’abitato ed è estesa per circa 10 ettari di terreno a seminativo, una volta venivano coltivati cereali autunno vernini o primaverili e allevati bovini da latte, attività tipiche della nostra pianura bolognese.

Ambra inizia l’attività 10 anni fa approfondendo la conoscenza del mondo delle api che da sempre sono presenti nella storia aziendale. Una scelta di vita fatta durante il proprio percorso di studi universitari per conseguire la laurea magistrale in sicurezza e qualità degli alimenti di origine animale.
Poi la necessità di essere certificati Biologici (con l’Ente Certificatore ”Icea”) e l’avvio del nomadismo con le proprie arnie. In concomitanza, la coltivazione dei terreni a colture mellifere per le api che oggi sono arrivate a occupare 200 arnie.
Ambra con l’aiuto del marito Andrea è riuscita a costruire una rete con diversi agricoltori della zona con la presenza delle proprie arnie presso aziende con produzioni agricole che hanno necessità di insetti impollinatori. Un giusto scambio di “lavoro” che porta sempre buoni frutti. Per Ambra, “il problema è produrlo il miele, non venderlo”, ovvero a fronte delle molteplici difficoltà incontrate nel portare avanti l’attività, il mercato riesce comunque in qualche modo, ad accogliere il prodotto, soprattutto se di qualità.
Ambra conferma che le api sono un grossissimo bioindicatore ambientale ed è possibile capire la salubrità delle api che con le loro arnie sono portate in montagna rispetto a quelle che restano in pianura con una mortalità maggiore in prossimità dell’entrata nell’alveare a causa del cambiamento climatico antropogenico.
Tutto il miele prodotto è commercializzato nell’attività che è effettuata presso il punto vendita aziendale di Castenaso e attraverso la partecipazione a cinque mercati di filiera corta che si svolgono sul territorio comunale di Bologna, oltre alla partecipazione a eventuali feste e sagre, quindi bypassando strutture di intermediazione , “partendo dalle api si arriva direttamente al consumatore finale mettendoci la faccia”. A oggi non fa vendita on-line per problemi di natura organizzativa, ma ha un sito internet oltre che i social quali Facebook e Instagram che fungono da vetrina per far conoscere le proprie attività; sull’e-commerce ci sta pensando ma è necessario strutturare il servizio. Questi canali servono anche far conoscere il proprio lavoro, fidelizzando ulteriormente i propri clienti che riconoscono ad Ambra l’indubbia qualità del prodotto posto in vendita.
Il vero problema nell’attività di allevamento delle api è l’estrema variabilità delle produzioni che porta a dire che l’apicoltura è una gara a chi resiste di più, con grande fatica nel continuare a svolgere questo lavoro; non è facile riuscire a comunicare ai consumatori il valore di ciò che si fa e del riconoscimento del giusto prezzo per i propri prodotti, soprattutto se certificati biologici; ottenere la certificazione, infatti, riverbera sull’azienda costi per la certificazione oltre ad un appesantimento burocratico per gli adempimenti che implicano le certificazioni bio.
Ambra da tempo con il Comune di Castenaso partecipa annualmente all’iniziativa ‘azienda a porte aperte’ coinvolgendo bambini e adulti per far conoscere tutte le fasi di lavorazione del miele e le attività correlate all’allevamento delle api con attività divulgative con adulti e bambini; un ulteriore modo per farsi conoscere e raccontare la propria attività.
L’apicoltura è il settore che ha maggiormente subito i danni dai cambiamenti climatici con un’escalation dei “nemici” della api. Oltre a quelli già conosciuti come i fattori inquinanti, i parassiti delle api come la Varroa, c’è stata la comparsa di ulteriori insidie come i calabroni e la vespa asiatica. E a coronamento di tutto il cambiamento climatico che sta ponendo gravi sfide per le api, mettendo a rischio la loro sopravvivenza e la loro capacità di impollinare le piante, con conseguenze negative sulla produzione alimentare e sulla biodiversità. Un ulteriore pericolo deriva a livello di concorrenza sleale, con presenza di miele estero (o addirittura con un miele che possiamo definire sintetico da laboratorio) che arriva sui nostri mercati con diverse “triangolazioni” e con controlli sanitari non sempre approfonditi come, al contrario, vengono effettuati sulle produzioni di miele nazionale.
Voltandosi indietro, Ambra rifarebbe le varie scelte di vita, lavorative ed imprenditoriali che l’hanno portata sin qui nonostante la tanta fatica, avendo anche importanti soddisfazioni e riconoscimenti da parte tanti clienti che con il tempo sono diventati amici.

Cambiando territorio, l’azienda agricola Giorgio Zocca è sita nel territorio comunale di Bologna nella frazione di Borgo Panigale (in via Olmetola) è estesa per circa 8 ettari di cui 2,5 sono a Sasso Marconi dove è presente un castagneto di marroni che completa l’offerta per i propri clienti già fatta di produzioni ortofrutticole . Ci troviamo ad Ovest dell’abitato di Bologna in confine tra i territori comunali di Anzola dell’Emilia e Zola Predosa, un’area definita dai pianificatori urbanistici degli anni ’70 come “il cuneo verde di Bologna” per valorizzare e incrementare il verde in città, con progetti che hanno lo scopo di migliorare la qualità ambientale e dello spazio pubblico, facilitando i collegamenti pedonali e ad aumentare la resilienza climatica della città.
Giorgio appena diplomato all’istituto agrario “Serpieri” di Bologna, inizia la sua avventura (siamo nell’anno 2006) con tanti progetti da realizzare ma con ben chiara l’idea di accorciare la filiera e provvedere a vendere direttamente, al consumatore finale, i propri prodotti agricoli in particolare frutta come pesche, nettarine, pere, mele e albicocche ma anche produzioni orticole come zucchine melanzane, patate, cipolle.
La gestione aziendale di Giorgio è un ulteriore passaggio generazionale da quando nel 1973 il nonno di Giorgio, Sergio, acquista un piccolo appezzamento di terreno in e inizia l’attività agricola, passata poi al figlio Franco ed ora gestita da Giorgio.
L’attività di vendita diretta è gestita prevalentemente dalla moglie Lucia che cura anche la parte “social” e la commercializzazione è svolta presso la sede aziendale, senza frequentare altri mercati vendita diretta. Con la parte social è raccontata quotidianamente le attività agricole dalla semina fino alla raccolta dei prodotti.
Altra caratteristica è, la commercializzazione esclusiva di prodotti agricoli di produzione propria; se il prodotto è coltivato dall’azienda e se siamo in stagione lo troverete in vendita da Giorgio, clima permettendo, altrimenti non lo troverete. Una visione del mercato che ho definito ‘fondamentalista’ che però i consumatori e frequentatori del punto vendita riconoscono come punto di eccellenza, riconoscendo la qualità dei prodotti commercializzati e che vengono definiti come “tutt’altra cosa” rispetto all’ortofrutta acquistata presso altri canali di commercializzazione.
Per Giorgio la vendita diretta è ancora vantaggiosa ma sicuramente meno che in passato, soprattutto perché i consumatori hanno una minore disponibilità economica o meglio un minore potere d’acquisto e i minori introiti sono evidenti; è però altrettanto chiaro che per alcune produzioni di punta, come ad esempio le ciliegie, può essere ancora interessante conferire la produzione a grossisti o strutture cooperative di commercializzazione piuttosto che procedere alla vendita diretta dell’intera produzione. A oggi l’azienda Zocca commercializza, di fatto, il 100% della propria produzione agricola. Giorgio non ha certificazioni e non ne sente la necessità in quanto commercializzando esclusivamente le proprie produzioni ortofrutticole c’è la garanzia di serietà e rispondenza ai requisiti sanitari di legge e anche oltre; sicuramente però, la possibilità di fregiarsi di una certificazione come quella bio potrebbe essere un ulteriore biglietto da visita per i consumatori che non conoscono l’azienda. Di contraltare resterebbe comunque il problema dei maggiori costi per la certificazione che non farebbero che riverberarsi come un aumento dei prezzi dei prodotti posti in vendita e quindi a discapito dei consumatori. Un bisogno che Giorgio segnala con forza è la necessità di fare formazione ai consumatori per far conoscere la stagionalità delle produzioni agricole e le ricette tradizionali, per informare sempre i consumatori sulle attività agricole e sulla salubrità degli alimenti.
Un ulteriore nemico comune per chi fa vendita diretta e non solo, è il cambiamento climatico con il contestuale arrivo di nuove specie aliene dannose per le produzioni agricole, come ad esempio la cimice asiatica che attacca non solo la pera ma anche la mela.
Inoltre, da ormai un decennio è praticamente impossibile avere la produzione di albicocche a causa di una fioritura anticipata a cui seguono gelate improvvise e fuori stagione; di contro non ci sono più le gelate invernali che facevano pulizia in modo naturale degli insetti dannosi per le produzioni agricole.
Per la vendita diretta di frutta e verdura fresca è difficile poter pensare a un percorso di vendita on line in quanto le produzioni aziendali sono calibrate per i consumatori che frequentano il punto vendita aperto tutti i giorni escluso la domenica.
Giorgio e la sua famiglia, seppure orgoglioso della strada fatta fino ad oggi affrontando il lavoro giornaliero con passione, spera in un ritorno ad un’agricoltura rigenerativa e multifunzionale con la presenza della sinergia tra allevamento, produzioni ortofrutticole, poter fare ospitalità a persone desiderose di conoscere il territorio e i tempi e ritmi dell’agricoltura e ancora rigenerare una terra sempre più desertificata.
Giorgio e Ambra pur con tipologie di aziende diverse, comunicano passione, dedizione al proprio lavoro, rispetto nei confronti della propria famiglia e dei propri cari. Valori che in questo momento sono tutt’altro che scontati.
Sicuramente dopo questi due incontri sono uscito arricchito e con una maggiore consapevolezza della forza del capitale umano, di passione e di conoscenza da parte di chi l’associazione la vive e la costruisce giornalmente.