Per fare impresa in montagna servono investimenti graduali

Cristian Calestani
TERENZO (Parma) – Dalla stalla del nonno Pietro Magri, una quindicina di vacche di fianco a casa per il sostentamento per lo più familiare, ad una realtà ben più strutturata come quella di oggi, portata avanti dai nipoti Ivan (38 anni, in foto con la figlia Giulia) e Thomas (31) che gestiscono 230 capi in totale, di cui 96 in mungitura, tra le colline e i monti in località La Selva a Terenzo, sull’Appennino parmense.
È la storia della crescita, passo dopo passo, compiuta dalla Società Agricola Magri Malucelli, storica associata di Cia Parma, attraverso tanti sacrifici accompagnati da una visione ben precisa: crescere ed investire per restare competitivi, a maggior ragione in un territorio tanto bello quanto impervio, per un’attività agricola, come quello di montagna.
Il primo grande passo per la crescita lo fecero Vittorio Malucelli e Pierina Magri, genitori di Ivan e Thomas, nel 1990 ampliando la stalla del nonno sino ai 40 capi. Poi “largo ai giovani”, spinti dall’entusiasmo, che hanno fatto i passi successivi sino ai 230 capi in totale, di cui 90 in mungitura, con conferimento alla Latteria sociale di Cassio per la produzione di 5-6 forme al giorno sulle 16-17 totali del caseificio. Il tutto affiancato alla coltivazione di terreni per la produzione di grano tenero e duro biologico.
“La crescita in collina non è mai semplice – spiega Ivan -. Bisogna convivere e rispettare l’ambiente, a volte ostico, in cui si opera. Ma bisogna anche avere le idee chiare e guardarsi intorno per capire quali possano essere le opportunità offerte dai finanziamenti regionali ed europei”.
I fratelli Magri hanno sviluppato e migliorato l’attività zootecnica dell’azienda famigliare nell’Appennino parmense
Al pessimismo e alla rassegnazione del “non faccio domanda, tanto non ricevo finanziamenti” di molti, Ivan ha opposto il più ottimistico “ci provo, magari qualcosa ottengo”.
E così, sia lui che il fratello, hanno partecipato al bando per l’insediamento giovani e poi preso in considerazione tutte le opportunità offerte, di volta in volta, dal Psr, dal Gal, dai bandi di filiera o dai bandi Inail. E qualche sostegno è arrivato.
“Bisogna tenersi al passo con i tempi – ribadisce Ivan – chi vuole fare reddito deve investire, mettersi in gioco e guardare al futuro come opportunità di crescita”
“Bisogna tenersi al passo con i tempi – ribadisce Ivan -. Le attrezzature vanno aggiornate. Se necessario, bisogna ampliare gli spazi dell’azienda e noi l’abbiamo fatto prendendo in affitto terreni per la produzione del foraggio e poi una stalla a Solignano per le manze per garantire il massimo benessere animale. Non ci sono molte alternative: chi vuole fare reddito deve investire, mettersi in gioco e guardare al futuro come opportunità di crescita”.
E si può fare anche in quella montagna che Ivan, sposato con Francesca Porta e padre di Giulia (4 anni), non abbandonerebbe per niente al mondo.
“Questo, era il podere di mio nonno. Qui, ho le mie radici, la mia famiglia. E qui, ho scelto di rimanere con la mia attività, alzandomi al mattino circondato dai miei monti, dai miei animali e dai miei attrezzi”.