Dicembre 2014
Pochi giorni fa la Cia ha tenuto nella prestigiosa cornice della sala Protomoteca in Campidoglio a Roma l’annuale premiazione della Bandiera Verde Agricoltura, giunta alla dodicesima edizione.
Il premio viene assegnato a realtà particolarmente significative perché innovative in ambito di aziende agricole, o perché particolarmente attente ai valori agricoli, per soggetti diversi dagli imprenditori del primario.
Va insomma alle realtà più “creative” anche in chiave ecosostenibile: dal “ciclo chiuso” del farro, dal campo alla confezione all’apicoltura “nomade”, dall’agricatering al vino biologico “antico” con riciclo delle barrique; dalla fattoria didattica specializzata nella corretta alimentazione alla vendita diretta itinerante in bus. D’altra parte, nelle aziende che diversificano il contributo della multifunzionalità sulle entrate complessive va dal 25% al 30%.
Tra i premi assegnati, spiccano le realtà dell’Emilia Romagna, con un comune e tre aziende giunte a premio, ne parliamo diffusamente in questa pagina.
Comune di Bomporto
BOMPORTO (Modena) – L’award della Cia, a Modena è stato assegnato al sindaco di Bomporto Alberto Borghi che nella ‘trasferta’ romana è stato accompagnato dal presidente provinciale Cia di Modena Cristiano Fini, dal direttore Gianni Razzano e da Carla Ferrari, progettista del Piano strutturale comunale.
“L’attenzione prestata al patrimonio viticolo del nostro territorio, in particolare al lambrusco, una delle eccellenze modenesi – ha detto Fini – è un riconoscimento anche per la lungimiranza e la sensibilità verso il settore primario, dimostrata attraverso l’approvazione di un Piano che tutela una risorsa economica e paesaggistica quale è la viticoltura e la frutticoltura di qualità”.
Fattoria Monte di Bebbio
BEBBIO (Reggio Emilia) – In Italia la chiamano multifunzionalità, in Europa plurifunzionalità, ma è la stessa cosa e si può tradurre in parole meno burocratesi nello spirito d’iniziativa per cui le aziende agricole aggiungono all’attività agricola classica ulteriori tasselli, che ne fanno aziende intraprendenti, che sanno valorizzare tutte le proprie potenzialità, e con esse il territorio. Di nuovo un’azienda reggiana tra i vincitori del concorso, si tratta della Fattoria Monte di Bebbio dei coniugi Paolo Toni e Stefania Pansera, che si trova a Bebbio di Carpineti.
Questa la motivazione del premio: si trova nel cuore del territorio Matildico, sull’Appennino Emiliano. È un’azienda ad indirizzo zootecnico-foraggero con allevamento di bovini da latte per la produzione del parmigiano reggiano, latte pastorizzato, yogurt, budini, panna cotta e gelati. Si è, inoltre, investito molto sulla produzione di energia solare installando sui tetti delle strutture aziendali una serie di pannelli fotovoltaici. Il 70% del latte è destinato alla produzione del parmigiano reggiano, il resto ai prodotti già citati, all’interno della stessa azienda”.
Azienda Biofrutta
Savignano sul Rubicone (FC) – La multifunzionalità prima di tutto. Questo il segreto del successo dell’azienda Biofrutta che si trova a Savignano sul Rubicone. La Bandiera Verde a questa azienda perchè ha creato una fattoria didattica particolarmente attenta alla corretta alimentazione per prevenire il sovrappeso e l’obesità in età scolare, con iniziative e corsi legati alla salubrità delle produzioni e al recupero delle tradizioni enogastronomiche da trasmettere alle nuove generazioni. “È grazie anche a queste aziende se il Paese, che continua a respirare una crisi persistente, trova nell’agricoltura e nel territorio rurale sempre nuove idee ed energie per superare l’impasse e creare ulteriori occasioni di reddito e sviluppo – spiega Mara Biguzzi, direttore della Cia Forlì Cesena, che ha accompagnato che ha accompagnato l’azienda al ritiro del riconoscimento – ma anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali”.
La Rocchetta
CORTE BRUGNATELLA (Piacenza) – L’azienda Agricola La Rocchetta di Silvia Lupi è ubicata in zona montana svantaggiata in località Fossoli nel comune di Corte Brugnatella, un paesino nell’Appennino piacentino nella Val Trebbia a 871 m s.l.m., in un contesto rurale con problemi complessivi di sviluppo. L’azienda è biologica ad orientamento cerealicolo, zootecnico. Dal 2010 l’azienda ha diversificato la propria produzione inserendo nei locali aziendali un laboratorio per la lavorazione della carne suina. Nel laboratorio vengono preparati salumi piacentini secondo l’antica tradizione norcina piacentina esclusivamente da carni provenienti dall’allevamento interno. La lavorazione, rigorosamente effettuata con i metodi tradizionali.
Quello che fa dell’azienda una realtà singolare è la voglia dei giovani di continuare la propria attività nel rispetto delle tradizioni agricole che sopravvivono ancora sull’Appennino Piacentino,