Scalogno di Romagna sempre più richiesto: buona l’annata 2019

Scalogno di Romagna

Giorgia Gianni

RIOLO TERME (Ravenna) – Compie un anno il Consorzio dello Scalogno di Romagna Igp, fondato il 27 giugno 2018 con la firma di 14 aderenti. Oggi ne conta uno in più e sta riscuotendo l’interesse di molte realtà. “Attualmente siamo 15 soci – spiega la presidente Glenda Vignoli, titolare dell’omonimo agriturismo a Riolo Terme, nel ravennate -. Socio onorario è la Pro Loco di Riolo Terme, che negli anni si è sempre occupata della promozione”.

Dare vita al Consorzio non è stato facile: è nato a 21 anni dall’istituzione della denominazione, dopo vari tentativi mai andati a buon fine. “Erano rimasti solo 2 produttori. Non era mai andata in porto la nascita del Consorzio anche perché spaventava il fatto di dover eseguire molte lavorazioni manualmente. Nel 2018 i produttori erano 6, quest’anno saremo 10”. Tra questi vi sono diversi soci Cia, come l’azienda agricola Zaccarini di Riolo Terme di Giuseppe Zaccarini, produttore storico di Scalogno di Romagna Igp, le aziende agricole Vignoli e Collina a Riolo Terme, l’azienda agricola Zambrini nell’imolese. Compito del Consorzio è promuovere e trovare nuovi sbocchi di mercato. “Per il momento, non avendo molto prodotto, cerchiamo di andare con calma e vogliamo accrescere il numero di soci interessati a coltivare. A chi si fa socio si garantiscono i bulbilli per iniziare la coltivazione, la condivisione delle esperienze e la possibilità di uno sbocco commerciale, anche se rimaniamo un Consorzio di promozione e non di tutela. L’ente certificatore è Check Fruit di Bologna, a cui va fatta domanda entro il 30 aprile di ogni anno per entrare nel piano dei controlli”.

Occorre naturalmente ricadere nell’areale del Consorzio dello Scalogno di Romagna Igp, che comprende Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme, Solarolo in provincia di Ravenna; Modigliana e Tredozio nel forlivese; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano in provincia di Bologna. “Un nuovo socio deve avere spirito di collaborazione, interesse per il prodotto e un terreno libero, ricordando che la rotazione è di 5 anni seguendo il disciplinare di lotta integrata della Regione Emilia Romagna”.

I terreni idonei per la coltivazione sono di natura collinare, tessitura media tendente all’argilloso, asciutti, ben dotati di potassio e sostanza organica, ben esposti e soprattutto ben drenati. Il consorzio assomma circa 2 ettari, fra quelli destinati al raccolto e quelli per la moltiplicazione. “Lo scalogno si trapianta a novembre-dicembre e si raccoglie nel mese di luglio. La produzione a ettaro va dai 60 agli 80 quintali e l’investimento per i bulbi da semente riguarda il primo anno: nei seguenti ogni produttore conserva una parte del raccolto da trapiantare,circa 8 q.li a ettaro”. La richiesta di Scalogno di Romagna Igp è notevole e la produzione quest’anno è buona, continua la presidente del Consorzio. “Lo scorso anno il burian a fine febbraio danneggiò le piante che erano già germogliate. Quest’anno il nostro scalogno si presenta invece molto bello e il clima e il maltempo non sembrano avere dato troppo fastidio. È una pianta molto rustica e al contempo delicata, non è soggetta a particolari avversità, ma è sensibile alla botrite ed è importante il controllo delle infestanti. Vuole solo la zappa e il lavoro manuale, ma grazie ai soci dell’imolese che hanno maggiore esperienza nel campo delle liliacee stiamo testando la meccanizzazione del trapianto, della sarchiatura e della raccolta. La pulizia rimane una fase manuale in quanto è il momento in cui si mette da parte la semente madre”. Lo scalogno di Romagna Igp si trova in commercio dal mese di luglio, immesso al consumo sia fresco che secco. “Fresco viene legato a mazzetti da 500 grammi, secco in mazzetti, trecce o reti di plastica da 100 grammi. Le prime prove di frigoconservazione hanno dato buoni risultati, ma avremo quest’anno dati da confrontare”.

Il primo anno di attività è stato impegnativo, racconta la presidente. “Siamo legati alle altre liliacee e abbiamo partecipato al Sana a Bologna e al Macfrut a Rimini. La startup NeroFermento, nata attorno all’aglio nero, è interessata al nostro prodotto. Abbiamo organizzato cene dedicate allo scalogno e alla sua versatilità in cucina, ad esempio a Ravenna con Chef to Chef e all’istituto alberghiero di Riolo Terme”. A metà strada tra aglio e cipolla, con sapore deciso ma piuttosto dolce, lo Scalogno di Romagna Igp è infatti ideale ingrediente di salse, sughi, condimento per paste asciutte, verdure e arrosti. Le foglie raccolte ancora verdi e tagliate finemente possono essere utilizzate in insalate miste.

Articoli correlati

WhatsApp chat

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella privacy policy. Clicca ok per proseguire la navigazione e acconsentire all’uso dei cookie.