Su un antichissimo accampamento romano ora c’è un vigneto

dossier biologico

Claudio Ferri

RAVARINO (Modena) – Un podere chiamato ‘Castel Crescente’, a Ravarino di Modena, conosciuto come “I Monti” perché sono rimasti quattro rilievi, a testimonianza di un antico accampamento romano. Si tratta di quattro collinette che confermano la presenza di una fortificazione formata dal terreno di risulta durante lo scavo di un fossato largo circa 20 metri e profondo 6.

Qui Nicola Marchesi ora conduce l’azienda agricola Marchesi di Ravarino, rilevata dal padre Angelo nel 2010. Ventinove anni, laureato in viticoltura ed enologia, il giovane imprenditore agricolo ha investito in vigneto e frutteto biologico. “È un’attività nuova, la nostra, che ha avuto inizio con la messa a dimora inizialmente di 5 ettari di vigneto – spiega Nicola – ma ora siamo arrivati a 15 tra lambrusco di Sorbara, lambrusco Salamino, Pignoletto ed anche un po’ di Trebbiano di Spagna. Inoltre – prosegue – abbiamo 60 ettari di susine destinate all’industria, un frutteto predisposto per raccolta meccanizzata. La destinazione di questa frutta è una cooperativa modenese, la Monterè, che porta all’essicazione il prodotto”. Complessivamente ora l’azienda è di 100 ettari, dove trovano spazio anche i seminativi, medica e lavanda “con finalità estetiche, per il momento”, sottolinea Nicola.

Nel vigneto la vendemmia è manuale e circa il 30% del raccolto è trasformato in azienda, mentre la rimanente parte è alienata a cantine private. 

“Complessivamente produciamo 1.500 quintali di uva – dice Nicola – con una media di 100 quintali per ettaro, al di sotto di ciò che ci consentirebbe il Disciplinare perché puntiamo ad una elevata qualità dei grappoli.  Prevalentemente vinifichiamo con il metodo ancestrale  – aggiunge – ma stiamo iniziando anche con il metodo classico”. Le bottiglie sono commercializzate soprattutto nel territorio nazionale “ma stiamo già inviando le nostre etichette ad appassionati del nord Europa ed anche negli Stati Uniti”, conclude Nicola.

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