Taglio della legna: un’attività che fa bene ai boschi e ai redditi aziendali

giovani e psr

Erika Angelini

Castel del Rio (Bologna) – Il taglio di un albero non è sempre una cosa negativa, anzi è necessaria per la “salute” delle zone boschive e fa parte di una gestione forestale sostenibile. Le aziende agricole delle zone collinari spesso contribuiscono a queste operazioni di rinnovo dei boschi con attrezzature e mezzi per poi rivendere il legname.

A Castel del Rio, nell’imolese, Enrico Alpi, produttore di Marrone IGP e seminativi, integra il suo reddito aziendale con questa attività: “Il taglio degli alberi nelle zone boschive è naturalmente strettamente regolamentata e controllata dal Circondario Imolese, che individua le zone idonee e autorizza gli operatori abilitati – occorre seguire diversi corsi, tra i quali quello per l’uso della motosega – a procedere al taglio. Per ogni porzione di bosco occorre lasciare alcune piante per consentire la crescita di alberi più forti e sani e magari di eliminare alberi malati che possono diffondere malattie che metterebbero a rischio la salute di ampie zone boschive.

Per le aziende agricole come la mia è una buona occasione perché da un lato contribuiamo a mantenere vivo e in salute il patrimonio boschivo del territorio e dall’altro abbiamo una fonte di reddito in inverno quando, soprattutto nelle zone collinari, le attività agricole sono più ferme.

Svolgiamo anche un’azione di manutenzione “secondaria” perché, dovendo percorrere con i mezzi luoghi isolati della collina, contribuiamo a tenere aperte vecchie strade che altrimenti sarebbero chiuse e non potrebbe usare nessuno. Da un punto di vista pratico – continua Alpi – questa attività prevede un periodo di taglio che nel mio caso va da gennaio ad aprile quando, in base alle condizioni climatiche, si può andare nelle aree boschive individuate anche tutti i giorni. Poi c’è il trasporto della legna, che è tagliata in pezzi di circa 1 metro e venti centimetri, si lascia asciugare e si procede con la spaccatura in varie dimensioni, a seconda della richiesta dei clienti. Vendo prevalentemente ai privati nel periodo estivo, fino a settembre, perché chiaramente si fanno le scorte per il periodo invernale: le persone vengono direttamente in azienda ma faccio anche consegne a domicilio, soprattutto per quantità discrete.

Sicuramente l’aspetto economico del taglio e della vendita della legna è importante, perché l’agricoltura di collina è un’attività di presidio che non porta a grandi redditi. Poi c’è l’aspetto di salvaguardia: un bosco dovrebbe rinnovarsi completamente, anche per ridurre il rischio idrogeologico e le frane ogni 30 anni e mi piace pensare di poter contribuire a questo processo meraviglioso, costante e silenzioso”.

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