Trapianti ok per il pomodoro ma difficoltà nel reperire manodopera

pomodoro

Cristian Calestani

PARMA – Sono iniziate le operazioni di trapianto del pomodoro da industria nel Nord Italia. Si è dovuta affrontare qualche difficoltà nel reperimento della manodopera, causa Coronavirus, e le operazioni di trapianto avvengono con ancor maggior attenzione alla sicurezza degli operatori, ma la filiera del pomodoro da industria ha, sino ad ora, retto bene ai contraccolpi derivanti dall’emergenza sanitaria.

A fare il punto della situazione è Davide Previati, tecnico dell’Op Asipo.

“Nei vivai non ci sono stati particolari problemi – spiega -. Le piantine sono cresciute bene. Gli ampi spazi di lavoro dei vivai e le accortezze del caso da parte degli operatori del settore hanno permesso di continuare a lavorare quasi nella norma”.

I terreni sono stati preparati al meglio. “In inverno non ha fatto freddo e l’assenza di piogge ha permesso di affinare e preparare bene i terreni, compresa la distribuzione dei fertilizzanti, per ospitare i trapianti”.

Situazione più complessa, invece, in merito al reperimento della forza lavoro. “Si è avuta carenza di manodopera, specie di quella specializzata in arrivo dall’Est Europa e dal Marocco, abituata ad operare nel settore del pomodoro. Le aziende di piccole-medie dimensioni hanno sopperito ricorrendo alla manodopera familiare, mentre le aziende più grandi stanno affrontando qualche difficoltà maggiore perché la forza lavoro specializzata in arrivo dall’estero è venuta meno”.

Le operazioni di trapianto sono iniziate tra fine marzo ed inizio aprile negli areali di Piacenza e Modena e poi, progressivamente, anche nelle altre zone. “È stato un inizio soft visti i rischi legati alle brinate e agli sbalzi di temperature di fine marzo che avevano fatto preoccupare non poco gli agricoltori”, spiega ancora Previati, che sottolinea l’attenzione con la quale si stanno svolgendo le operazioni in campo: “tutti gli operatori sono molto attenti al rispetto delle norme di corretto comportamento per evitare qualsiasi tipo di contagio: indossano mascherine e guanti ed hanno sempre a portata di mano disinfettanti. C’è anche chi ha avuto un’accortezza ulteriore: quella di installare dei divisori in plexiglass o teli in Pvc tra le varie postazioni nelle trapiantatrici manuali sulle quali operano più persone contemporaneamente. Si tratta di piccoli accorgimenti, non previsti dalle norme, che dimostrano ancora una volta il buonsenso e la grande attenzione alla sicurezza che c’è tra gli operatori della filiera del pomodoro. Il problema è minore, quasi nullo, sulle trapiantatrici completamente automatiche dove opera un solo lavoratore”.

Qualche difficoltà, come detto, si è avuta sul fronte delle brinate che hanno interessato alcune partite di piantine, non ancora trapiantate, nella settimana prima di Pasqua. “Nulla a che vedere comunque – rimarca Previati – con le gelate di fine marzo ed inizio aprile che hanno causato danni sino al 60% sui frutteti in Romagna e nel Ferrarese”. Si trapianta su terreni molto asciutti. “In molti casi è stato necessario procedere con l’irrigazione di soccorso delle piantine appena trapiantate”. E qualche problema c’è anche nell’uso dei diserbi pre-trapianto ad effetto antigerminello. “La scarsa umidità non permette di attivarli al meglio e, quindi, questo comporta qualche difficoltà nell’efficacia del diserbo che non trova le condizioni di umidità opportune”.

Infine, tutto tranquillo, per ora, sotto il profilo fitosanitario: “Problematiche non ce ne sono. Ad oggi non si vedono le consuete tracce di batteriosi. Le piantine sono sane e ben conformate”.

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