Claudio Ferri
SASSO MARCONI (Bologna) – È da tre esperienze maturate in contesti lavorativi diversi che nasce Caccianemici Bioautoctona, società agricola con terre, vigneti e cantina che a Sasso Marconi coltiva e produce vini biologici e biodinamici. Per la verità uno dei soci, Walter Iannini, non è affatto estraneo al settore perché è enologo, ma prima ancora di diventarlo ha conseguito una laurea in farmacia.
Assieme ad Antonio Colliva (consulente nell’ambito del settore agroalimentare), e Giovanni Freddi, imprenditore nel mondo delle risorse umane, hanno dato vita ad un progetto imprenditoriale alimentato anche dalla passione per la terra.
“Nel 2020, in pieno periodo Covid, ci venne l’idea di sviluppare un progetto sui vini naturali – spiega Freddi – sicuramente biologici ma con l’intento di approfondire l’agricoltura biodinamica. Siamo certificati biologici e Walter, che ha competenza specifica, lavora molto per ottenere un vino del tutto naturale e sostenibile”. L’azienda si sviluppa tra i 300 ed i 400 metri di altezza ed il fondo ha una superficie complessiva di 28 ettari, la metà dei quali in proprietà, mentre il vigneto si estende su 8 ettari. “Il progetto punta sulle varietà autoctone, quindi il Pignoletto, o meglio Grechetto Gentile e Barbera – spiega ancora Freddi -, inoltre, abbiamo messo a dimora recentemente 3 ettari con vitigni dimenticati come l’Alionza e il Negretto. Ci sono anche varietà piantate negli anni Ottanta, come ad esempio il Chardonnay, e altre cultivar internazionali messe a dimora in quel periodo”.
Caccianemici Bioautoctona effettua la raccolta manuale e vinifica tutta la produzione da cui ottiene complessivamente 25 mila bottiglie Igt con sette differenti etichette. “Ci rivolgiamo al mercato nazionale per il 60% – racconta Freddi -, mentre la rimanente parte va all’estero dove abbiamo sviluppato rapporti commerciali con nazioni come Giappone, Corea del Sud, Canada, Portogallo, Germania. Il nostro referente è un importatore che acquista direttamente in cantina da noi, alleggerendoci dell’impegnativo iter burocratico cui è sottoposto il vino da esportare”. Tuttavia, commenta Freddi, i costi per la promozione sono molto elevati e fiere, trasferte e tempo impiegato sono una voce di costo molto importante.
“Facciamo parte di una nicchia, ovvero quella dei vini naturali, e partecipiamo a fiere legate al nostro mondo – riferisce Freddi -. In Italia, ad esempio, siamo presenti a Fornovo di Parma in un salone dedicato ai vini naturali, mentre all’estero siamo inseriti nel circuito ‘Raw wine’, organizzazione inglese specializzata nel medesimo settore”. Degustazioni e visite in cantina sono tra le attività che svolge l’azienda che prosegue nella ricerca e sperimentazione.
“Questo sarà l’anno in cui vinificheremo l’Alionza – conclude – mentre proseguiamo anche con la produzione del nostro Grechetto Gentile in purezza e nelle anfore”.